Perani & i Perani: una dinasty in rossoblu

 

  


Figli d’arte: Claudio, Daniele e Paolo Perani con la maglia del Molinella. A destra: Marino Perani, campione d’Italia 1963-64 col Bologna

 

E’ scomparso il 18 ottobre Marino Perani. Se ne va con lui un altro eroe dell’ultimo scudetto rossoblu. Ecco un breve ricordo della grande ala destra, firmato da Sandro Bertocchi.

 

Polvere di stelle… Marino Perani. Risultato finale: Bologna 1 Juve 0. Il 7 febbraio 1971 al sessantunesimo Marino Perani prese in controtempo Sandro Salvadore e battè Tancredi da appena dentro l’area con uno dei suoi rasoterra chirurgici. Segnò sotto l’Andrea Costa e mentre la Curva esultava io a ridosso della rete mandavo improperi al mio omonimo Sandro che si era fatto buggerare da quell’omino e al portiere che avrebbe dovuto fare di più.

E’ che stavo passando un periodo per niente brillante per via del lavoro precario e di un temporaneo black out sentimentale, allora quel gol segnato per altro alla 17^ giornata confermò il mio sospetto: Saturno ce l’aveva su con me e per colpirmi aveva preso le sembianze del diabolico numero sette rossoblu.

Ero abbonato in curva, avrei poi visto Perani giocare fino all’ultimo, quando se ne andò a Toronto, nel 74. A fine carriera, nelle giornate calde, quando la squadra attaccava verso San Luca, Lui (mitico protagonista nel Bologna paradisiaco) corricchiava all’ombra della tribuna sulla trequarti suscitando un po’ di ilarità nei tifosi che pure gli avevano voluto un gran bene. Bergamasco di Ponte Nossa, non amava troppo il sole.

Mi ha giusto parlato di lui in modo affettuoso e preoccupato Franco Janich, venuto ospite al nostro “Sportivamente”a inizio settembre scorso. Arrivava da Roma, dove abita, per noi ma soprattutto per far visita al caro Marino, ricoverato da tempo in ospedale.

Alla panchina “Armaroli”, quando abbiamo saputo della morte di Perani, il pensiero è andato ai tre figli che da ragazzi vennero a Molinella dando ognuno un contributo tecnico diverso ma una stessa impronta di cordialità e simpatia.

 

Era precisamente l’estate del 1981, dopo l’umiliante 8-0 subito a Crevalcore in Coppa Italia, quando il presidente Stagni dovette affrontare, senza soldi, una crisi che rischiava di travolgere squadra e società prima ancora che iniziasse il campionato di Promozione.

Nella precarietà tecnica e di cassa di quell’inizio di stagione, Stagni si rivolse quindi “all’amico Marino Perani” perché (come già era avvenuto nel recente passato, al tempo della D) facesse valere i suoi buoni uffici presso il settore giovanile del Bologna, dal quale sperava di ottenere qualche giovane promessa a buon mercato.

E dal Bologna arrivò in prestito un quartetto di figli d’arte: il portiere Battara e i tre fratelli Perani. Due di questi, Claudio e Daniele, l’anno prima avevano addirittura giocato qualche minuto in A, con il padre in panchina. Il portiere, invece - uno dei migliori transitati da queste parti, sicuramente il meglio impostato - nel giro di qualche anno sarebbe arrivato in B con la maglia della Sampdoria e quindi del Lecce.

La storia racconta che, nonostante questi innesti di gran nome, dopo sette giornate la classifica del Molinella non si era ancora schiodata dallo zero. Il presidente Stagni fu quindi costretto a dare il benservito a mister Gualandi per richiamare sulla panchina del Molinella Edgardo Bianchi, a dieci anni dalla sua ultima apparizione.

Con il tecnico di Alberino alla guida, il Molinella stava per compiere l’impresa, ma all’ultima giornata fu sconfitto dal Boca, sua rivale diretta nella corsa-salvezza. E qui il ricordo corre dai Perani a Pironì. Al contrario del pilota francese, che proprio quella domenica superò in volata Villeneuve negli ultimi metri del circuito di Imola, al Molinella dei Perani non riuscì il sorpasso all’ultima curva e fragorosamente retrocesse in Prima Categoria.

(sb)

 

 

   

 

 

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