Piscina, la stagione è agli sgoccioli. Ma-resta il ricordo di altre estati

 

Domenica d’estate, primi anni 70 (Foto/Albertino Mimmi)

 

 

L’estate sta finendo. La stagione in piscina è agli sgoccioli. Alberto Maresta, l’ex bagnino, ricorda altre estati. Le estati del boom… Nel 67 la stagione finì con una tremenda grandinata. Attorno alla vasca era tutto bianco, come fosse nevicato. Alle prime gocce, erano scappati tutti. La piscina si era vuotata in un attimo. Io e Massimo Burnelli, che faceva il fattorino in piscina, ci ritrovammo da soli sotto il trampolino, ad aspettare che smettesse. Ricordo tutto di quegli anni. Ho fatto il bagnino dal 1965, al 1971, quando trovai lavoro da infermiere al Sant’Orsola. Prima di me c’era stato Ovidio Bonora, detto “Cicòn”, casellante di Guarda. Dopo, arrivò Carlo Tarlazzi. Avevo un aiutante-collaboratore, Giuliano “Giólli” Melandri dello Zuccherificio, che prendeva servizio più frequentemente di pomeriggio. Il sabato e la domenica, quando la piscina scoppiava di gente, veniva a darci una mano anche il vecchio “Caceffo”, che aveva fatto il bagnino negli anni 40-50.

 

  

La cassiera Solange e il bagnino Alberto Maresta

 

 

Una domenica d’agosto, non saprei dire però l’anno, la Solange fece più di mille biglietti. Arrivava gente da tutti i paesi, soprattutto dal ferrarese. Li chiamavamo “i spurtīv”, perché li vedevi arrivare con la sporta e dentro l’asciugamano e il panino. Appoggiavano la biicicletta o il motorino alla siepe del giardino ed entravano. Seduta alla cassa c’era la Solange, un’istituzione. Il biglietto costava, mi sembra, 100 lire. 500 l’abbonamento settimanale. 1.500 il mensile. Costante Atti, il vicesindaco, passava tutte le sere a ritirare l’incasso. Dall’atrio (lasciato lì da una parte,c’era un pianoforte scordato che veniva tirato fuori solo una volta all’anno, in occasione della festa da ballo organizzata dalla Polisportiva il lunedì della Fiera), si andava a ritirare la cassetta-guardarobaper riporvi i vestiti e gli effetti personali. Poi, di corsa in cabina. Una multipla, pochi quelli che potevano permettersi una singola. Di fronte al locale-cassettec’era la numero 16, al primo piano, a cui si accedeva attraverso una scala che girava in tondo, la 36, che subito dopo la guerra era stata per diversi anni l’abitazione della famiglia Medici. Personaggi indimenticabili e compagni di bevute, Cesare (Bergonzoni) e “Roldo” (Carlotti), i guardiani delle famose cassette,erano del Malborghetto, un nome una garanzia. Per la piscina, il Malborghetto funzionava quasi come un ufficio di collocamento.Credo fossero di lì anche Vezio (Puggioli) e Doveo (Bulzoni), i baristi. Davanti all’ingresso del bar, c’era un jukebox. Se mi chiedete la canzone che mi è rimasta nella memoria, dico Il Mondo di Jimmy Fontana. La piscina era il mio mondo. Purtroppo, non mi è rimasta neanche una fotografia. Sono andate tutte perse nel trasloco. Ma io ricordo tutto lo stesso.

 

 

Ricordo Pipetto Martelli, che alle 11 in punto, cronometro alla mano, arrivava in piscina ad allenare i ragazzi della squadra di nuoto. Ricordo Romano Alberani, che partiva dal metro e faceva tutta la vasca sott’acqua. Ricordo Athos Carletti, “Novanta”, il miglior nei tuffi dal trampolino. Ricordo Marcone Gurioli e Daniele Galletti, specialisti “d’la pumpìra”, il salto dal trampolino a gambe raccolte per inondare d’acqua le ragazze che passavano sul bordo vasca. Si scatenavano verso sera e ogni volta si ripeteva sempre la stessa scenetta: io che facevo finta di arrabbiarmi mentre li accompagnavo all’uscita e loro che se ne andavano sorridendo, orgogliosi dell’impresa compiuta. Tutte le sere, verso le 7, cominciavano i tornei di storione, un gioco di corse e rincorse sfrenate su è giù dall’acqua, severamente vietato dal regolamento della piscina, ma troppo bello e spettacolare per doverlo interrompere con un fischio. Remo Ariatti erail campione della specialità. Ricordo la tradizionale passeggiata a bordo vasca dell’avvocato Selleri la mattina di Ferragosto, seguito dalla sua signora e dai tre figli. E ricordo anche (ma non farò i nomi) quei due che erano soliti scavalcare la mura di notte per fare il bagno gratis. Li beccò Melandri, la guardia notturna, e se la cavarono con una ramanzina. La mattina dopo, come niente fosse,uno dei due si presentò alla cassa, chiedendo un biglietto con lo sconto. La Solange lo fulminò con gli occhi: “E quèl d’stanòtt chi àl pèga?! E il biglietto di questa notte chi lo paga?!” (…)

 

[Intervista - Archivio il Caffè]

 

   

 

 

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