Don Vittorio Gardini: il sorprendente ritratto di un prete sportivo

 

 



Si è molto parlato in questi giorni di Don Vittorio Gardini, parroco di Molinella dal giugno 1950 al novembre 1970. Non vogliamo qui ripetere quanto di bello è stato detto su di lui anche lunedì sera in Auditorium, presente l’arcivescovo Zuppi, a conclusione del ciclo di conferenze “Tre preti nelle tempeste del secolo” (in fondo alla pagina il Video). Quelle che seguono, sono solo alcune note a margine della biografia di un uomo e di un sacerdote che occupa un posto di primo piano nella storia del paese.

 

Chi era bambino tra gli anni 50 e 60, lo ricorda come il prete delle prime lezioni di catechismo alla Chiesina, del cinema in teatrino la domenica pomeriggio, delle partite a biliardino nella saletta delle adunanze dell’Azione Cattolica.

Seduto su una grande pietra nel cantiere della chiesa nuova, circondato da giornali e riviste sparse per terra, Don Vittorio passava il tempo a prendere appunti per la predica della domenica o a correggere l’ultimo capitolo di quel libro sulla storia di Molinella che avrebbe visto la luce molto più tardi, due anni dopo la sua morte.

Distoglieva ogni tanto la sua attenzione dallo studio per dare uno sguardo divertito ai bambini che giocavano a pallone sul campetto spelacchiato.

Lo sport gli piaceva vederlo e raccontarlo. Una passione, quella per il racconto di epiche imprese, ereditata forse dal padre, “che faceva lo stradino ma leggeva tutti i giorni il giornale”. Da ragazzo, don Vittorio aveva provato vero entusiasmo per le vittorie di Tazio Nuvolari, di Primo Carnera e di Alfredo Binda.

Legati con lo spago, conservava ancora i giornali, che suo padre gli aveva tenuto da parte. “Quando d’estate tornavo a casa dal Seminario – scrive Don Vittorio - leggevo i giornali di tutto l’anno che avevo chiesto mi fossero conservati e vi trovavo il racconto di quelle imprese che mi appassionavano tantissimo”.

Così,Le Campane di Don Vittorio, edizione straordinaria del bollettino parrocchiale di San Gregorio e Siro, pubblicata a Bologna nel 1995, in occasione del 60° anniversario di sacerdozio, diventano pagine di sport. Scrive, infatti Don Gardini, ricordando gli anni trascorsi in mezzo a noi: A Molinella sono legati tantissimi ricordi della mia vita (…). Rammento, tra le tante cose,anche lo sbarco del primo uomo sulla luna nel luglio del 1969. Seguii lo sbarco attraverso un televisore sistemato in una sala del Comune: fu davvero un avvenimento grandioso, L’uomo che arriva sulla luna rappresentò una conquista meravigliosa perché non fu solo ardimento, ma anche complicatissimo calcolo scientifico, assidua e costante applicazione. Ma io ero, per così dire, abituato a fatti d’ardimento: ricordo ancora nitidamente la celeberrima impresa di Lindberg e poi la trasvolata atlantica di De Pinedo, Balbo che con la squadriglia dei “Sorci Verdi” volò per il mondo; Agello che vinse in Inghilterra la Coppa Schneider, volando con aerei che raggiungevano la stupefacente velocità (per quei tempi) di oltre 600 km orari. E ancora, per quanto riguarda l’automobile, le entusiasmanti vittorie di Nuvolari, Campari, Brilliperi...”.

Raccontava Lino Gurioli che un giorno Don Gardini gli confessò sottovoce la sua “fede coppiana”, considerando questa scelta di campo (piuttosto insolita per un sacerdote) quasi un tradimento di Santa Madre Chiesa, tutta schierata, come sappiamo, dalle più alte gerarchie in giù per Gino Bartali, che sulla maglia portava con orgoglio il distintivo dell’Azione Cattolica. E’ nota a tutti, invece, la passione di Don Vittorio per Gimondi.

Nelle prediche dei suoi anni molinellesi vi è traccia, all’inizio, della conquista italiana del K2 e, verso la fine, della passeggiata del primo uomo sulla luna, per dire, in fondo, che lassù potevamo sentirci tutti “più vicini a Dio”. (Andrea Martelli)

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Molinella – Auditorium, 5 novembre 2018

CONFERENZA / TRE PRETI NELLE TEMPESTE DEL SECOLO

Video: Don Vittorio Gardini e la costruzione della chiesa nuova

https://www.youtube.com/watch?v=u2jMmmQ6e-I

 

   

 

 

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