Giorgio Grassi va in pensione: chiude lo studio fotografico da cui siamo passati tutti

 

  

 

 

Sabato 30 marzo, dopo 42 anni di attività, chiude i battenti lo Studio Foto Grassi di Via Bentivogli. A dare l’annuncio è lo stesso Giorgio Grassi, arrivato al traguardo della pensione. Nativo di Santa Maria Codifiume, ma trasferitosi ben presto prima a Mezzolara poi a Budrio, è stato per tutti questi anni (insieme a Bonora), il fotografo del nostro paese Una carriera iniziata come stampatore e aiuto fotografo di arte ed architettura presso lo studio fotografico bolognese  "Foto Camera", proseguita come fotografo freelance per riviste sportive come Autosprint, per trovare poi la piena realizzazione professionale a Molinella.

Il fotografo come testimone del tempo“ è sempre stato il suo motto che ha accompagnato i suoi scatti fin dagli esordi, per poi proseguire nel percorso molinellese iniziato nel 1977, con l’apertura del primo negozio in via Andrea Costa.

Affabile, con il sorriso sulle labbra, senza mai alzare la voce, Giorgio ci ha regalato istantanee del nostro vivere quotidiano, di tutti i fatti che si sono susseguiti in questi anni nel nostro Comune facendoci vivere in presa diretta i momenti più importanti in una sorta di fotografica memoria collettiva. Diverse le mostre presentate in questi anni: “Personaggi Molinellesi” dedicata ai volti più noti o caratteristici del paese, “Il giorno del Sì“ destinata ai matrimoni, “La mia classe” rivolta alle elementari, “Grassi si Mostra“ che contiene un’antologia delle sue foto più belle.

Molinella e Grassi, ovvero una vita parallela. Non c’è stato momento della storia del nostro Comune che Giorgio non abbia seguito, fissato in uno scatto: dall’era Martoni, al ribaltone Calori, alla giunta Passerini, al ritorno socialdemocratico di Selva, alla ventata giovanile di Mantovani.

Fra le rievocazioni più o meno serie, ci racconta dell’episodio risalente al ’92 quando entrato al “Leon d’Oro” per un caffè fu oggetto di scherno e considerato un visionario per aver fornito, in una accesa discussione, la notizia dell’immediata cessazione del primo conflitto del Golfo, novità che aveva appreso poco prima a pranzo nel ristorante “Giannina“ di Campotto in un colloquio tra Martoni e il console americano in Italia, in visita di cortesia a Molinella.

Il filo interrotto dei ricordi riprende alla domanda del rapporto con lo sport che si concentra inizialmente negli anni giovanili quando seguiva il Team “Buratti“ per tutti i circuiti italiani della “Formula Italia”, (campionato automobilistico per monoposto per i giovani piloti andato in scena dal 1972 al 1979), tanto da salire sul podio con il pilota per le premiazioni in un Gran Premio, per proseguire con la collaborazione con “Autosprint” e terminare come fotografo ufficiale del Mezzolara Calcio negli anni d’oro del Patron Zucchini.

Le pile di fotografie presenti in negozio non si contano, a testimoniare il trascorrere del tempo, ma nessuna immagine sa donargli l’emozione che gli regala il rapporto immediato con la gente, questa lunga ed intensa vita in comune con le persone.

Nell’esistenza attraversata dalla grande passione per la fotografia, l’avvento del digitale non ha scalfito il suo credo,.anche se la fotografia non è più vista come un documento, un ricordo, ma si cerca di cogliere l’immediatezza dell’immagine. Nell’ultimo periodo le sue attenzioni si sono spostate sul colore nei rapporti con l’acqua e la luce, come si vede nelle mostre presentate recentemente a Budrio.

La sua “Nikon”,che ha fissato volti e momenti della nostra storia, immortalato immagini significative del nostro vivere, ora si ferma; un velo di malinconia scenderà sull’obiettivo, destinato a diventare la normalità tra gli scaffali di casa.

Antonio Michielon

 

   

 

 

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