Una formazione della Nocerina, campionato di Serie C 1959-60: Bianchi è il terzo in piedi da destra.
“Lo sport muore a Salerno per mano degli ultrà della Nocerina”, scriveva ieri un giornale nazionale. Ciò che è accaduto domenica a Salerno ha dell'incredibile. Ecco una breve sintesi dei fatti, per chi non fosse informato: qualche decina di ultras della Nocerina, arrivati in mattinata a Salerno nonostante la Questura avesse negato loro l'accesso allo stadio per motivi di ordine pubblico, vista la rivalità tra le due tifoserie, ha tenuto in scacco squadra e società, minacciando addirittura di morte i giocatori, se questi fossero scesi in campo . “Senza la nostra presenza sugli spalti, questo derby non s'ha da fare …!”, dicono con fare minaccioso gli ultras ai propri beniamini, lasciando intendere che non stanno affatto scherzando. Messaggio ricevuto, a quanto pare. La partita comincia con circa 40 minuti di ritardo, spesi dai dirigenti in un'inutile trattativa con i capi della tifoseria. Poi, tra cambi in massa (3 in un minuto), misteriosi infortuni ed espulsioni cercate con ostinazioni, dopo appena 21' di gioco la Nocerina si ritrova con solo 6 uomini. Essendo venuto a mancare il numero minimo di giocatori in campo, a termini di regolamento, l'arbitro è quindi costretto a sospendere la partita, esattamente come volevano gli ultras della Nocerina.
Edgardo Bianchi, 1959
C'è uno, a Molinella, che questo clima da far west, fatto di ricatti e di intimidazioni, se lo ricorda bene. Uno che la piazza infuocata di Nocera Inferiore l'ha frequentata da giovane: si tratta di Edgardo Bianchi, che disputò il campionato di Serie C 1959-60 proprio nelle file della Nocerina. Il suo nome è rimasto nella storia della società campana soprattutto per un rigore calciato con estrema freddezza, nel silenzio dello stadio, quasi al 90° di un derby con la Paganese. Il rigorista ufficiale della squadra era in realtà l'infallibile Stringaro, ma questi, terrorizzato al pensiero di ciò che sarebbe potuto succedere se avesse sbagliato, simulò un improvviso infortunio. Il tecnico Punzi allora indicò con un gesto Bianchi, che andò sul dischetto con la serena incoscienza dei ventenni. Naturalmente, fece gol e la Nocerina vinse 1-0. Ma cosa sarebbe successo, se avesse sbagliato quel rigore? Bianchi ci pensa ancora adesso e un brivido gli corre lungo la schiena. Già, cosa sarebbe successo? Sarebbe stato sicuramente sopraffatto da una folla inferocita, più che mai decisa a lavare nel sangue l'onta di quel rigore sbagliato. Bianchi non avrebbe mai potuto diventare “l'uomo che ha inventato il fuorigioco” e salvato mille volte il Molinella. Ovviamente, se avesse sbagliato quel rigore...
Dal libro “Edgardo Bianchi, parola di mister” (Antonio Michielon, 2011) ecco il racconto di … quel rigore all'ultimo minuto.
“Le sue esibizioni avevano, durante il servizio militare (1958/59 con la Cavese e 1959/60 con la Nocerina), entusiasmato soprattutto i tifosi di quest’ultima e nel particolare quando seppe, tra un avvolgente silenzio che aleggiava sulle gradinate e dentro il campo, calciatore con freddezza glaciale e con fare da manuale, il rigore (88’) con portiere a destra e pallone a sinistra, che decise le sorti del super derby con la Paganese. Edgardo risolse in poche attimi, in uno stadio pieno di folla entusiasta, in un paese dove si viveva di pane e calcio, il destino di una stagione, scrivendo così l’ultimo capitolo, l’ultima pagina, anzi l’ultima parola del romanzo della gara. Fu un momento che follia e spirito da quartiere, che caratterizzano le stracittadine soprattutto al sud, si mescolarono generando il calore di una piazza assai esigente in fatto di calcio, l’abbraccio di una città con le sue contraddizioni e le sue passioni e una tifoseria (quella campana), che celebrava un’ineguagliabile mole di aspettative. Gli fu tributato un vero e proprio trionfo d’affetto, di riconoscenza, d’umanità, d’altronde aveva preso con sé i sentimenti dei tifosi, portati in campo e scaraventati dentro la rete insieme a quel pallone calciato con un sinistro che non aveva conosciuto alcuna pietà per l’avversario. E i media? Dalla stampa locale e dalle colonne della Gazzetta dello Sport (che avevano già l’anno precedente decantato la rete con la maglia della Cavese contro la Nocerina) arrivarono commenti lusinghieri sulle prove del “bolognese Bianchi, l’uomo derby”.