Molinella Drive-In, novità dell'estate covid. Storia del cinema in automobile

 

 

Molinella come Milwaukee. Nel grande piazzale attiguo all’ex Zuccherificio hanno aperto il drive-in. All’epoca, mamma Marion convinse il recalcitrante Howard, suo marito, a cedere per una sera la sua cara vecchia De Soto al figlio Richie, felice di portare con sé al cinema all’aperto la leggiadra Lori Beth e al contempo contrariato perché costretto dal padre a caricare in macchina anche la petulante sorella Joanie...

Qui da noi, anziché le ingombranti Chrysler, han preso posto le Panda e le Cinquecento, in una disposizione a scacchiera che favorisce la visione nel rispetto delle norme antivirus, le stesse che hanno dato lo spunto per l’iniziativa. Al posto di salsicce, polenta e tagliatelle al ragù, retaggio delle consuete Feste de L’Unità, vengono qui serviti hamburger e hot dog, popcorn, patatine fritte, pepsicole e birre nella più rigorosa tradizione del Wisconsin. La qualità delle proiezioni è assicurata, così come l’intimità creata dal buio della notte, che invoglierebbe all’approccio anche i più timidi Ralph Malph, maldestri amici dei più ardimentosi Richie Cunningham.

Si tratta solo di difendersi dalle insidiosissime zanzare, di cui il canale lì accanto è produttore ed esportatore, con gli opportuni spray, per evitare che memorabili American Graffiti abbiano a trasformarsi in Graffiati, o, peggio ancora, Punti. (Sandro Bertocchi)

 

 


DRIVE-IN STORY

 

Il 15 luglio, con la proiezione del film Cena con delitto, è stato inaugurato al piazzale dell’ex zuccherificio il Molinella Drive-In. Se aprite il vocabolario, trovate che “drive-in è un qualsiasi luogo pubblico all'aperto (cinema, ristorante, banca, ecc…) in cui i clienti possono accedere alle prestazioni e ai servizi offerti restando a bordo del proprio autoveicolo”.

Cinema, ma non solo cinema, dunque. In tempo di Covid, abbiamo visto perfino gli ospedali somministrare tamponi e test sierologici in modalità drive-in. Il primo drive in della storia è stato, nel 1921, un ristorante, il Kirby's Pig Stand di Dallas, nel Texas, antesignano dei fast food restaurant moderni. Al Kirby’s il servizio era offerto dalle carhops, giovanissime cameriere in gonnellino che servivano i clienti correndo sui pattini a rotelle.

Il cinema arrivò qualche anno dopo. Il 6 giugno 1933, a Pennsauken, nei pressi di Philadelphia, un rivenditore di parti di ricambio per automobili, Richard Milton Hollingshead, aprì il primo cinema drive-in con la proiezione di una commedia inglese, Beware Wife. Il biglietto costava 25 centesimi e quella sera ci fu il tutto esaurito. L’idea funzionò e Hollingshead decise di farne un business. In poco tempo i drive-in si diffusero in tutti gli Stati Uniti. Dieci anni dopo erano circa un centinaio, nel 1956 più di 4 mila

Quella del drive-in era una formula vincente: il biglietto d’ingresso costava poco e i costi di gestione e manutenzione erano quasi nulli per gli imprenditori. In cambio, il guadagno era assicurato. A riempire le casse dei drive-in non erano tanto i biglietti, quanto le vendite di Coca-Cola e popcorn, che non si potevano consumare nei raffinati cinema dell’epoca “perché troppo unti”.

Il drive-in era però espressione della realtà americana, un paese, gli Stati Uniti, dove già negli anni 30 moltissime famiglie possedevano l’automobile e avevano tempo e soldi per andare al cinema. Non era così negli altri paesi ed è questa la ragione, economica e culturale insieme, per cui nel resto del mondo i drive-in non riuscirono mai ad attecchire veramente.

Tuttavia, dopo circa due decenni di grande successo, il drive-in conobbe una fase di rapido declino anche negli Stati Uniti. Influì certamente la scarsa qualità video e sopratutto audio: se negli anni 50 questo appariva ancora un difetto tutto sommato accettabile, col passare del tempo e l’arrivo di tecnologie stereo più sofisticate e poi surround, la qualità del sonoro cominciò a fare la differenza. Ma il motivo principale della crisi è un altro: i drive-in erano sorti tutti nelle periferie delle grandi città che, crescendo a dismisura, in pochi anni avevano finito per inglobarli, provocando un forte aumento del valore di quei terreni, diventati nel frattempo aree edificabili. Così, i proprietari cominciarono a vendere gli spazi urbani destinati al drive-in, ritenendo ciò molto più conveniente che tenere aperto il cinema per un pubblico sempre meno numeroso.

Oggi ne sono rimasti poco più di 300 in tutti gli Stati Uniti e un altro centinaio nel resto del mondo, alcuni anche in Italia, dove il primo drive-in fu inaugurato il 28 agosto 1957 a Casal Palocco, vicino ad Ostia. Con il suo schermo in cemento di 540 metri quadrati e i suoi 950 posti auto, era il più grande drive-in d'Europa. La sera dell’inaugurazione fu proiettato il film-commedia Nonna Sabella di Dino Risi, con Tina Pica, Peppino De Filippo e Sylva Koscina.

Oggi, 63 anni dopo, quel gigantesco schermo di cemento è ancora lì, ma l'immenso piazzale è abbandonato da decenni e tutto coperto di erbacce. Fotografia della fine di un’epoca che in Italia non era mai cominciata del tutto.

Ci voleva l’Estate del Covid per farci riscoprire la formula del drive-in anche a Molinella. Senza farci prendere troppo dalle suggestioni giovaniliste di Happy Days, di Grease o di American Graffiti, il nostro Sugar Drive-In è comunque una novità per tutti, giovani e meno giovani.

Al piazzale dell’ex zuccherificio ci saranno le zanzare, ma vi segnaliamo (e anche questa è una bella novità) che sono tornate al cinema anche le lucciole che non vedevamo su questi schermi da tempo immemorabile. (FM)

 

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LIBRI

La notte del drive-in, trilogia horror di Joe R. Lansdale, pubblicato in Italia da Einaudi (1988).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

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