Spezia per la prima volta in A. 80 anni fu avversario del Molinella nelle aule della giustizia sportiva

 

Giovedì scorso, superato il Frosinone nella doppia finale playoff, lo Spezia è stato promosso in Serie A per la prima volta in 114 anni di storia del club ligure.

Molinella e Spezia non si sono mai incontrate sul campo, ma nelle aule della giustizia sportiva. “La vertenza con gli aquilotti spezzini” tenne banco sulle pagine dei giornali sportivi per due estati consecutive, tra luglio del 39 e settembre del 40.

Era successo che, appena ottenuta la clamorosa promozione in Serie B, cominciò a diffondersi la voce che il Molinella non aveva soldi e che si sarebbe ritirato prima ancora di cominciare.

Parteciperà il Molinella al campionato di Serie B?”, si chiedeva Il Calcio Illustrato, alla fine di luglio 1939. I disfattisti furono ufficialmente smentiti dal Podestà in persona, il quale, in modo perentorio, dichiarò alla stampa che il Molinella si sarebbe sicuramente iscritto al campionato cadetto, non solo, “ma se per ipotesi dovessimo andare in A – aggiunse - saremmo disposti a lottare anche per lo scudetto!”.

Per contribuire alla causa rossoblu, il Podestà istituì addirittura “una specie di imposta pro-Molinella Calcio sulle consumazioni nei locali pubblici”. In pratica: se negli altri posti un caffè costava 45 centesimi (si fa per dire), a Molinella ne costava 50. La differenza doveva servire a Monterumici per comprare qualche giocatore, “ma di quelli buoni”,

Ma qualcosa di vero c’era, perché molti giocatori erano stati nel frattempo ceduti o addirittura lasciati liberi, come l’allenatore Gianni, artefice primo del successo rossoblu, accasatosi al Prato.

Lo Spezia era pronto ad occupare il posto lasciato vacante dal Molinella. Avendo il miglior punteggio tra le retrocesse dalla B, chiese di essere ripescato. La commedia degli equivoci durò tutta l’estate, finché il Molinella, già dato ufficialmente per “rinunciatario”, venne clamorosamente riammesso al campionato, comunque ben oltre il termine della mezzanotte del 5 settembre 1939, fissato dal Direttorio Nazionale della Figc per il versamento della quota d’iscrizione, “che - questa è una semplice curiosità - ammontava a lire 1.000, più lire 200 di tassa annuale di affiliazione”.

I dirigenti spezzini, ovviamente, non la presero bene. Presentarono un ricorso d’urgenza che fu rigettato perché arrivato oltre i termini. E questo li fece infuriare ancora di più, visto il ritardo con cui era stata invece accettata l’iscrizione del Molinella.

L’inizio del campionato pose fine ad ogni contesa e anche i più bellicosi di parte spezzina dovettero infine arrendersi.

La situazione si ripropose l’anno seguente, al termine del campionato di Serie B 1939-40 che si era concluso con la retrocessione del Molinella in C.

In un primo momento sembrò che la squadra del presidente Monterumici e del capitano Spanazzi potesse essere riammessa al posto del Palermo, travolto da uno scandalo finanziario, che aveva indotto il Direttorio Federale ad escludere i rosanero dal campionato di B.

Messi sull’avviso dalle notizie di stampa, dirigenti e tifosi spezzini erano già pronti a sfoderare le armi e a marciare compatti su Molinella, che “evidentemente aveva molti santi in paradiso per essere ancora una volta premiata per i suoi…demeriti”

Come lo Spezia l’anno prima, il Molinella aveva inoltrato regolare “istanza di ripescaggio”, essendo la prima, cioè la meglio piazzata delle retrocesse. Ma questa volta il Direttorio Federale diede ragione allo Spezia, che veniva dalla Serie C e aveva mancato la promozione di un soffio. Uno schiaffo morale per il Molinella, un premio per gli aquilotti spezzini, che l’anno prima avevano pagato a caro prezzo il lungo tiramolla del Molinella, vedendosi sfilare da sotto il naso una promozione a tavolino che sembrava ormai sicura.

Era l’estate del 1940. L’Italia era appena entrata in guerra. Riferita dai giornali, la notizia del ripescaggio dello Spezia risentiva in qualche modo anche del clima del momento: “Il porto della città di La Spezia è, oltretutto, di vitale importanza, dal punto di vista strategico-militare”.

 

Chiudiamo con una curiosità: nel suo albo d'oro, lo Spezia Calcio può vantare anche un titolo nazionale, grazie alla vittoria nel 1944 del Campionato di Guerra Alta Italia, conseguita dai Gruppo Sportivo Vigili del Fuoco di La Spezia, club ad esso affiliato. Tale successo fu ufficialmente riconosciuto dalla Figc solo nel 2002 come titolo "onorifico", ovvero non equiparabile allo scudetto.

 

 

 

 

 

   

 

 

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