Superlega? No, la Juve in Premier League! Sandro Bertocchi va controcorrente

Superlega? No, la Juve in Premier League! Sandro Bertocchi va controcorrente

Il Progetto Superlega (peraltro subito abortito) si è abbattuto sul mondo del calcio con la forza deflagrante di una bomba atomica. Le polemiche sono divampate anche alla Panchina del Viale, dove gli juventini sono in maggioranza, certo più numerosi di interisti e milanisti ugualmente sotto accusa.

“Dunque, se Agnelli non fa retromarcia, siamo fuori dalla Champions …?!”, dicono alcuni tifosi della Vecchia Signora, visibilmente preoccupati. “Beh, questa non sarebbe poi una gran novità ...”, insinua maliziosamente qualche interista dalle retrovie.

Tra i più odiati dal popolo bianconero per le sue dichiarazioni anti-juve, c'è il giornalista fiorentino Mario Sconcerti: “E pensare che qualcuno voleva addirittura invitarlo a Molinella in settembre per Sportivamente ...”.

Sul muro di una casa qui vicino è intanto comparso un murales di autore ignoto che ritrae Andrea Agnelli mentre fa scoppiare il pallone (foto in alto). Pare che il sindaco, noto interista, abbia organizzato dei raid notturni in bicicletta per scoprire chi gli ha rubato il copyright della street art e soprattutto l'idea.

Qui, tanto per gettare benzina sul fuoco, interviene nel dibattito il nostro Sandro Bertocchi, il quale va dicendo da anni che la Juve dovrebbe giocare nella Premier League inglese, “così ci libereremmo una volta per tutte - dice -di quei ghignosi dei nostri avversari che sanno solo lamentarsi dei furti subiti dalla Rubentus e, al tempo stesso, noi gobbi troveremmo finalmente una platea internazionale più consona al nostro valore”. La proposta, certamente controcorrente, ha avuto il plauso incondizionato di Augusto Armaroli e questa, detto tra noi, è l'unica cosa che un po' inquieta la firma più autorevole del Caffè. (am)

I Governi e il Popolo dei Tifosi hanno fatto fronte comune con le Massime Istituzioni del calcio, implacabili nella condanna. L’ iniziativa delle grandi squadre europee è stata soffocata sul nascere e il blasfemo tentativo di creare una Super Lega è miseramente fallito. Il Goffredo di Buglione inglese, lo stralunato premier Johnson, per primo ha intimato alle sei inglesi di deporre immediatamente le armi, lo hanno seguito gli altri capitani di ventura e la Crociata ha salvato l’UEFA dagli eretici. Le ragioni delle Società, in particolare le meno blasonate, sono comprensibili. Il loro appello ai valori dello Sport e della sana competitività sono stati largamente condivisi.

Dall’altro versante, segnatamente dal fautore (assieme ad Andrea Agnelli) del blitz Florentino Perez, arriva la replica, un’accorata argomentazione: a supporto del Grande Sogno il presidentissimo dei Blancos madrileni riferisce di cifre drammatiche: “ Il Calcio nell’epoca del covid perde cinque miliardi di euro, c’è l’urgenza di creare nuovi introiti per ridare linfa alle grandi società e percentualmente anche alle realtà minori”.

Il mio personale parere è che le “ragioni” dei Ribelli siano state archiviate prima di averle interpretate appieno ed averne potuto quindi cogliere il disagio : si tratta di guardare oltre e rivedere tutto il sistema calcio già logoro ormai da decenni (costi insostenibili ecc..) e colpito al cuore dalla pandemia. E’ auspicabile la costruzione di Valori a lungo termine che garantiscano un avvenire all’amata sfera rotolante.

Veemente, infine, l’intervento del Presidente AIAC associazione calciatori Renzo Savonarola Ulivieri, paladino della moralizzazione, che assesta colpi definitivi ai Ribelli dichiarando in particolare ai microfoni di Rai Radio Uno che la Juventus ha vinto “molti” campionati perchè ha speso molto e ha fatto molti debiti, e meravigliandosi che non venga ancora esclusa dalla serie A. Che L’illustre figlio di San Miniato, bomber del Cuoiopelli nella sua carriera di calciatore, non abbia in gran simpatia i campioni lo certifica quella domenica del ‘98, 18 gennaio, quando schierò Fontolan, più funzionale all’avversario, al posto di Roberto Baggio, strategicamente lasciato in panchina al fianco di Kolivanov. In quella sfortunata circostanza i tifosi rimasero perplessi per la decisione del loro vate. Finì 3 a 1 per i “gobbi” bianconeri, già all’epoca in odore di esclusione dal campionato. (sb)