REDAZIONE

Nuovi orizzonti

 

 

 

 

Si allarga la “geografia” dello sport molinellese. Questa settimana non mettiamo in primo piano un atleta o un risultato, ma una “tendenza”, dietro la quale si legge il desiderio di alcuni dirigenti locali, senz'altro i più coraggiosi, di andare a cercare soddisfazione oltre i consueti confini. Per loro stessi e per i loro ragazzi.

Fino a poco tempo fa (fino a ieri potremmo dire) i campionati si giocavano quasi tutti nel cortile di casa, a livello provinciale o regionale al massimo. Poteva capitare di dover andare a giocare lontano solo in occasione di finali nazionali, ma era un'impresa arrivare a tanto ed era comunque la federazione che accompagnava atleti e società fino al momento clou della stagione.

C'erano (ci sono ancora), è vero, i ciclisti d'élite, i nuotatori d'interesse nazionale, qualche atleta di alto livello come la Strumillo, per i quali le lunghe trasferte, talvolta anche all'estero, erano il segno sicuro del successo, il naturale coronamento dei risultati ottenuti. Viaggiare era un'opportunità per pochi, una prerogativa dei migliori.

Da qualche anno, abbiamo anche a Molinella ragazzi per i quali lo sport è la moneta con cui possono pagarsi gli studi universitari negli Stati Uniti o in Australia. Trentacinque anni fa l'US Reno aveva fama di essere “squadra con la valigia”: con i suoi ragazzi si era spinta fino in Svezia, ma quella era una proposta estiva, quasi vacanziera, non un'attività ordinaria.

Ora, invece, leggiamo di società di base che partecipano a gare di ciclocross disseminate in tutta Italia, da Udine a Potenza. Se in passato era stato il calcio a piantare la bandiera rossoblu perfino a Palermo, nella stagione scorsa la squadra di basket è salita fino a Bolzano per giocare i playoff di Serie C Gold. Ai primi di dicembre comincerà il Campionato Under 19 Femminile di Calcio a 5 e le ragazze del Futsal Molinella (che domenica scorsa hanno debuttato in Coppa Italia a Perugia) dovranno vedersela con squadre delle province di Vicenza, Bergamo e Sondrio.

Diciamo la verità: non eravamo abituati a tutto questo sport in movimento. I luoghi in cui si andava a giocare qui intorno, che si trattasse di calcio o di pallacanestro, erano più o meno sempre gli stessi. Da questo punto di vista, se vogliamo, le nostre cronache erano senz'altro più monotone.

Prima, se non c'era la possibilità di partecipare ad un campionato vicino a casa, le società molto spesso rinunciavano a fare la squadra. Ora non ci si ferma più di fronte a queste difficoltà e, pur di giocare, non si bada alla lunghezza e alla scomodità delle trasferte.

Non vogliamo dare giudizi: qui ci limitiamo ad osservare con piacere che lo sport molinellese sta evidentemente spostando più avanti i suoi confini. Può darsi che sia solo un problema di budget, come dice qualche critico. Prima di mandare una squadra allo sbaraglio in competizioni così impegnative, i dirigenti avranno certamente valutato anche il suo grado di competitività. Non crediamo, però, che tutto debba per forza ridursi a calcolo. A volte occorre anche il coraggio delle scelte. Sappiamo tutti che verranno le sconfitte, forse anche le brutte figure, ma i post che leggiamo sui social, messi lì dai protagonisti al ritorno da queste lunghissime trasferte (E' stata un'esperienza impagabile!… Tutto bello bellissimo!) sono come una medaglia al valore per quei dirigenti, per quegli atleti che, con un po' d'incoscienza, hanno avuto il coraggio di guardare avanti e di andare oltre i nostri confini.

(am)

 

 

 

   

 

 

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