Si chiude un'epoca. Dopo quasi 100 anni di attività, la Gelateria Ponti cambia gestione

 

Gelateria 1984: da sinistra, Arrigo Ponti, Valerio e Luisa

 

31 dicembre 2021. Luisa e Valerio, eredi di un patrimonio di elevata qualità, mettendosi la mano sul cuore, hanno deciso di abbassare la saracinesca. Finisce così una storia famigliare iniziata nel 1922 con Cesare Ponti Sgargi, detto Zizaròn (1888-1958), che diede vita al suo “preparato alimentare rinfrescante”.

Il gelato di Ponti, all'inizio, lo potevi gustare alla baracchina sul Corso Umberto I° (oggi Corso Giuseppe Mazzini), all’angolo con Vicolo San Pietro, per tutti “al Stradèll d'la Germana”, dal nome della nonna di Cesare (oggi Via Calzolari).

Un’avventura proseguita, tra gli apprezzamenti dei clienti, nei decenni successivi con Arrigo e Delia, per continuare con la nipote Luisa e il marito Valerio. Una tradizione tramandata negli anni, che ha fatto di questa storica gelateria una sorta di cartolina permanente di Molinella, capace di resistere all’assalto del tempo.

La Gelateria Ponti era per tutti il punto d’incontro, di aggregazione: al pomeriggio la gioventù molinellese, la sera i meno giovani; entrambe le generazioni amavano sedersi a tavolino sulla via principale del paese, osservando, nelle afose sere d’estate, il passeggio e godendosi nel frattempo la prelibatezza del gelato.

Il marchio Ponti, però, non chiuderà per sempre i conti con il passato, ma continuerà con il famoso “Panone”, nato nel 1913 dalla ricetta di nonna Germana Schiassi, poi perfezionata dal nipote nel “Pancesare”, il tradizionale dolce di Natale che tutti conosciamo.

 

 

Cesare Ponti e Arrigo bambino (anni 30); a destra: Arrigo prepara i gelati per la clientela (1942)


 

Sono emozioni vere quelle che toccano i sentimenti di Luisa e Valerio quando raccontano la loro vita dietro il banco di quella antica bottega. Ondate di ricordi, di storie, che vanno oltre il tempo e lo spazio.

 

Luisa una decisione difficile quella di smettere con la gelateria?

“Difficile perché sono cresciuta in gelateria. Ho passato praticamente tutta la mia vita tra i gelati. Già a otto anni mi cimentavo come cameriera alla domenica pomeriggio!. Per Arrigo e Delia ero come una figlia. Ma è anche vero che io e Valerio  non siamo più dei ragazzini, bisogna guardare la realtà e saper dire anche basta. Ci fa piacere che tutto sia nelle mani di Valentina che ha entusiasmo e voglia di fare!”.

 

Quando siete subentrati nella gestione?

“Nel 1984 abbiamo iniziato con l’entusiasmo e la voglia di chi è giovane e vuole farcela. La  grande scommessa era non far rimpiangere i famosi gelati di Arrigo, il vero artefice della bontà del prodotto. Continuare la tradizione era il nostro grande obiettivo per cui il nostro impegno, i nostri sacrifici per ottenere questo risultato, sono stati riconosciuti dalla clientela e questo è stato motivo di grande soddisfazione!”.

 

I figli hanno preso altre strade, rimane un po’ di rimpianto per la mancata continuità?

“No non c’è rammarico per questo, anche se sono proprio loro i primi a essere dispiaciuti, ma hanno seguito la loro strada e raggiunto quello che volevano ottenere per cui è giusto così. D’altronde per i giovani non è un lavoro semplice, lo dimostra anche il fatto che si fa fatica a trovare personale che voglia provare”.

 

Ora il testimone passa a Valentina Vogli, titolare della Pasticceria Bertocchi dall'altra parte della strada: sarà lei, dal prossimo anno, a buttarsi a capofitto in questa avventura, per far rivivere una storia antica, fatta di semplicità, passione e amore per le cose buone.

(Antonio Michielon)

 

 

   

 

 

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