Sulle tracce di Tullio Duimovich, l'istriano di Pola che giocò nel Molinella
Primo piano di Tullio Duimovich (1939); Squadra Riserve della Fiorentina 1934-35: Duimovich è il quinto da destra
Qualche giorno fa, siamo stati contattati telefonicamente dal signor Zanchini di Trieste, membro dell'Associazione Italiani d'Istria, il quale ci ha chiesto se avevamo foto o articoli di giornale che documentassero il passaggio da Molinella del calciatore Tullio Duimovich.
In altre occasioni l'archivio del Caffè/Duecaffè era risultato molto utile a chi, nel portare a termine una ricerca per lavoro, passione o curiosità personale. si era rivolto a noi per avere notizie, ad esempio, di Augusta Fornasari, detta “La Corridora”, di Gino Gifford, centromediano del Molinella in B, di Werther Gaiani, grande promessa del calcio molinellese, stroncato giovanissimo dalla guerra.
Questa volta, purtroppo, non siamo stati in grado di aggiungere granché a quanto il nostro interlocutore sapeva già. Tullio Duimovich – leggiamo su wikipedia - era nato a Lussinpiccolo (un'isola italiana fino al 1947, oggi località turistica della Croazia) il 28 novembre 1911. Giocò con i nerostellati del Grion di Pola nel 1933-34 in Serie B. All'inizio della stagione seguente se lo assicurò la Fiorentina. In maglia viola disputò e vinse il Campionato Riserve 1934-35. Giocò una sola partita da titolare in Coppa Italia contro la Sestrese. Nel 1937 passò quindi al Padova e poi al Palermo, per approdare infine, stagione 1940-41, al Molinella appena retrocesso in Serie C.
A volerlo in rossoblu fu probabilmente Renzo Magli (da non confondere con Augusto, di cui non era neppure parente): l'ex terzino della Fiorentina, che aveva appena ereditato da Genovesi la panchina del Molinella, ricordava certamente di averlo visto giocare tra le riserve della squadra viola ed è probabile che, apprezzandone le qualità, appena si presentò l'occasione non se lo lasciò scappare.
Duimovich giocò nel Molinella una sola stagione, 11 presenze, nessun gol. Il suo nome compare in una formazione scritta a mano su un pezzo di carta da pacchi: “Regazzi; Urbielli, Duimovich; Calanchi, Spanazzi, Magli; Evangelisti, Nobili, Gaiani, Lolli, Gottellini”. E' quanto emerge dall'archivio di Giuseppe Martelli, l'unico contributo che abbiamo potuto dare alla ricerca del signor Zanchini di Trieste, confermando la presenza di Tullio Duimovich nei quadri del Molinella1940-41.
Dell'istriano di Pola ha un vago ricordo Mario Evangelisti, 97 anni portati benissimo, ultimo superstite di quella squadra che a fine campionato si salvò con pieno merito.
Se fosse ancora tra noi, qualcosa avrebbe forse da dirci Faust Fiorini, che aveva fatto il militare a Pola e per qualche partita indossò pure la gloriosa casacca nerostellata del Grion, la stessa squadra in cui Duimovich aveva mosso i primi passi da calciatore.
Oltre a ciò, non abbiamo trovato nient'altro che potesse essere utile al signor Zanchini. Tornando su wikipedia, vediamo che, lasciato il Molinella dopo una sola stagione di militanza rossoblu, Duimovich giocò nel Pontedera e poi nell'Audace Ponsacco i due successivi campionati di guerra, prima di far perdere le sue tracce e sparire.
E' curioso che wikipedia e così pure gli altri siti che abbiamo visitato non dicano nulla riguardo la data di morte di Duimovich, che oggi avrebbe 111 anni come il Molinella.
Qualcuno che ha collaborato con noi in questa ricerca, vista l'appartenenza del signor Zanchini all'Associazione Italiani d'Istria, suggerisce l'ipotesi che Tullio Duimovich possa essere stato uno dei tantissimi italiani (tra i 5 e gli 11mila, secondo gli storici) gettati nelle foibe dai partigiani slavi del Maresciallo Tito alla fine della seconda guerra mondiale.
Ma questa ipotesi non regge, in quanto Duimovich ricompare improvvisamente nel 1947 come allenatore-giocatore del Montelupo Fiorentino e, più tardi, nel 1950-51, alla guida del Terranova di Gela, in Sicilia. Poi, più niente. Di nuovo silenzio intorno al suo nome.
Sempre su internet, abbiamo trovato un primo piano di Duimovich (che immaginiamo il signor Zanchini avesse già), una foto di pessima qualità della squadra-riserve della Fiorentina 1934-35 e un ritaglio di giornale che chiarisce la sua “identità”, almeno dal punto di vista tecnico.
Chi era, dunque, Tullio Duimovich, come calciatore? Rodolfo Tomi (L'Arena di Pola, dicembre 1975) lo descrive così: “Era un buon terzino, senz'altro buono. Talvolta, però, si lasciava «tagliar fuori» con una certa facilità ed era un po' lento nei recuperi. Alto, con un fisico eccezionale, discretamente dotato anche sul piano tecnico, amava indulgere talvolta in qualche finezza di troppo per deliziare il pubblico. Di regola non rinviava mai il pallone a casaccio, ma cercava il compagno cui allungare la sfera, quasi a precorrere i tempi moderni, in cui il terzino non deve solo limitarsi a respingere il pallone ma deve impostare il gioco, avanzare e anche concludere un'azione. Buon colpitore, deciso, ma corretto, contribuì a dare alla compagine nero-stellata nel secondo anno di B quell'impronta tecnica che la portò alla conquista del sesto posto... Invero, Duimovich avrebbe meritato miglior fortuna niella grande famiglia del calcio italiano”. (am)