L'Ospitalese nel Guinness dei Primati. Come prendere 208 gol e vivere felici

Una formazione recente dell'Ospitalese (aprile 2022)

 

 

Ecco una storia che forse sarebbe piaciuta a Soriano. Non il giocatore del Bologna, ma Osvaldo Soriano, il grande scrittore argentino che ha raccontato il “futbol” degli ultimi.

Domenica scorsa, l'Ospitalese ha concluso il suo campionato di Prima Categoria all'ultimo posto in classifica, con 1 solo punto in 26 partire, 8 gol fatti e 208 subiti. Numeri da capogiro.

Il primo e unico punto della stagione è arrivato dopo 12 giornate di magra, il 28 novembre 2021 (Quartesana-Ospitalese 2-2). Due domeniche prima, il 14 novembre (Conselice-Ospitalese 7-2) era andata finalmente in gol con Grossi, il primo a violare la rete avversaria.

La squadra biancorossa ha sempre viaggiato in coda al gruppo, ad una media di 8 gol (presi) a partita. Il passivo più largo lo 0-14 subito dal Berra il 21 ottobre. Difficile riuscire a far peggio.

Ci sarebbe da piangere, chiudere a chiave e per sempre il campo sportivo e non parlarne più, scappare dalla vergogna, mettere una pietra tombale su ogni altra velleità calcistica dell'Ospitalese.

Invece, bisogna dire che sono stati bravi, i ragazzi e la società. Hanno mantenuto l'impegno fino in fondo. Non hanno mai fatto mancare il numero legale, respingendo la tentazione che tanto è meglio perdere 3-0 a tavolino, piuttosto che fare certe figure e prenderne 10 in campo. Hanno sfidato ogni domenica l'ironia e i sorrisini di compatimento di tanti, amici presunti e avversari veri, senza abbassare mai lo sguardo. Quanti altri celebrati campioni della categoria avrebbero fatto altrettanto? Quanti avrebbero resistito così a lungo?

Certo, giocatori, tecnici e dirigenti dell'Ospitalese avrebbero preferito vincere, almeno qualche volta, fare qualche gol in più e prenderne qualcuno in meno, ma lo sport è anche questo. E alla fine, senza retorica, sono stati un esempio di sportività per tutti.

La squadra è quanto di più eterogeneo si possa immaginare: giocano insieme padri e figli, manager della finanza e lavoratori precari, ragazzi del posto ed extracomunitari (perfettamente integrati, peraltro), giocatori che hanno fatto la scuola calcio e pedatori improvvisati senza alcun pedogree

Ne parliamo volentieri e con rispetto, per i rapporti davvero speciali che l'Ospitalese ha sempre avuto con il calcio di casa nostra, non ultimo il fatto che la società argentana è stata  tra i soci fondatori dell'US Reno nel 1989. E, tuttavia, la curiosità ci ha spinto a cercare sul web altre disfatte calcistiche di portata storica. 

Nell'ottobre 2016, ad esempio, l'Ulisses Yerevan, che militava nella seconda divisione armena, veniva da tutti indicata come “la peggior squadra d'Europa”: 2 punti raccolti in 15 partite, 8 gol fatti (peggior attacco) e 37 subiti (peggior difesa), numeri comunque lontanissimi dalla performance dell'Ospitalese 2021-2022. In marzo, alla ripresa del campionato dopo la pausa invernale, l'Ulisses non tornò più in campo. Si ritirò per sempre, il suo nome cancellato dai ruoli federali.  "Dispiace molto – dichiarò alla stampa il presidente Valeri Hovannisyan - ma non ci sono più i presupposti per andare avanti in queste condizioni".

Ritirare la squadra? Mauro Mazzanti, il presidente dell'Ospitalese, non l'avrebbe mai fatto. Piuttosto, sarebbe andato in campo da solo a ricoprire tutti i ruoli, dal portiere al centravanti, C'è chi giura di averlo visto una volta rigare il campo nel prepartita e contemporaneamente strappare i biglietti all'ingresso, fare il barista e il segnalinee, per poi entrare al bisogno sul terreno di gioco col numero 13 in sostituzione di un suo giocatore. Chi non lo conosce dice che è un zuccone, che non ascolta nessuno e va dritto per la sua strada a costo di andare a sbattere contro il muro. La sua, però, non è cocciutaggine inutile, ma coerenza assoluta. Non fa le cose per calcolo e convenienza. La cosiddetta “immagine” è l'ultima cosa a cui tiene. Non corre dietro a nessuno, perché se uno si ritira o va via – dice - si fa senza. Non lo spaventa la solitudine a cui lo condanna inevitabilmente questo modo di pensare. Mazzanti ha una visione romantica dello sport, la stessa che ha cercato di trasferire anche nelle Olimpiadi del Reno.

Si identificherebbe certamente più volentieri con il presidente del Crocetta Calcio, Terza Categoria piemontese, che nel 2017 terminò il campionato a zero punti, 82 gol subiti e solo 7 realizzati. Nei 148 gironi dell’ultima serie dilettantistica (oltre mille squadre in tutta Italia) nessun'altra squadra era riuscita a fare peggio. “Il Crocetta – scriveva La Stampa di Torino - è il trionfo della passione sconfinata per uno sport, il calcio, da tempo ostaggio del business. E' il volto sano di chi perde con il sorriso”.

“Noi ci autofinanziamo. In pratica paghiamo per prendere tutti quei gol – questa la risposta scherzosa del presidente - Ma non chiamateci Armata Brancaleone. Partiamo sempre per vincere o almeno ci proviamo. Non molliamo mai, anche se siamo sotto 12-0”.

Proseguendo nella nostra ricerca, ci imbattiamo nel Tasmania Berlin, squadra della quarta serie tedesca di cui oggi non si sa più nulla, che nella stagione 1965-66 riportò 28 sconfitte in 28 partite.

Degna di nota anche l'impresa dell'Ibis, squadra brasiliana che restò tre anni senza mai vincere neanche una partita. Trent'anni dopo, i giocatori del club portano ancora sulle maglie un logo, con la scritta "Siamo la squadra più scarsa del mondo".

Benvenuti al Madron FC, dice la scritta sulla home page del sito. Ed è lì che troviamo la squadra “peggiore del mondo”, molto peggio perfino dell''Ospitalese, che a quelle vette da sprofondo rosso non si è nemmeno avvicinata. Club di Mining Division della Cornovaglia, tredicesimo gradino verso il basso del calcio britannico, il Madron è diventato famoso per risultati ottenuti nella stagione 2010-2011: 0 punti in 20 partite, una memorabile sconfitta per 55-0 contro l'llogan RB e un numero spaventoso di gol subiti, ben 397 (media 19,85 a partita), quasi il doppio di quelli subiti quest'anno dall'Ospitalese!

All'indomani della disfatta con l'Ilogan, un giornale d'oltremanica uscì con questo titolo: “Come prendere 55 gol e vivere felici”. Nell'intervista, il manager della squadra dichiarò: “I nostri calciatori non sono molto brillanti e si accontentano di stare qui e anche se molti ci rideranno dietro noi non rinunceremo a lottare e a giocare tutte le partite”. Una dichiarazione che gli valse la simpatia, ma soprattutto il rispetto e la stima degli avversari.

La vicenda del Madron FC dimostra che qualche volta si può entrare nella Storia dello Sport anche arrivando ultimi. Il famoso ciclista Malabrocca aveva fatto dell'ultimo posto al Giro d'Italia quasi una professione, quando scoprì che la maglia nera gli dava più visibilità e più soldi di un anonimo arrivo a metà del gruppo. Il nuotatore Eric Moussambani, 22enne della Guinea Equatoriale che aveva imparato a nuotare solo 6 mesi prima nella piscina 10x5 di un albergo del suo paese, alle Olimpiadi di Sidney 2000 nuotò i 100sl in 1'57”52, più del tempo impiegato dall'olandese Van den Hoogenband (1'45”35) per vincere la medaglia d'oro non nei 100 ma nei 200sl. Per la sua lentezza, Moussambani diventò famoso in tutto il mondo.

Sfumato il record mondiale di gol subiti a cui sembrava poter aspirare, l'Ospitalese dovrà accontentarsi di un primato italiano che vorremmo fosse presto certificato da fonti più autorevoli.

Intanto, a futura memoria, ecco i nomi dei Cavalieri dello Sport che fecero l'impresa, arrivando in fondo al campionato nonostante tutto: con il capitano Alex Antonino, Salvatore  Amato,  Ayoub  Atoucha, Guido Calzoni, Elia Canè, Francesco Ferrari, Mattia Ferrari, Danilo Balia, Domenico Grossi, Marco Guido, Michele Lo Dico, Mattia Magni, Thomas Mancinelli, Marco Mantovani, Enrico Mazzanti, Fabio Mazzoni, Jonathan Milazzo, Armando Morrone, Dennis Roberto, Dennis Saad, Amin Taufik, Riccardo Zezza e Ahmed Zouhir; l'allenatore Fabrizio Bianco e il suo 2°, Carmelo Spoto; il ds Massimilano Martire; i dirigenti Paolo Mazzanti, Paolo Cariani e, naturalmente, il presidente Mauro Mazzanti. Tutti eroi nella sconfitta!

 

(am)

 

   

 

 

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