Molinella, giugno 1972: la rivoluzione del tennis. Tutto cambiò con l'arrivo del M° Tellarini

 

 

Un articolo di Nicola Mimmi

 

“I riflettori del tennis sono puntati su due ragazzi emersi dai corsi del 1972, Nicola Mimmi Giorgio Brighenti”. Iniziava così l’articolo “Poker d’Assi” del giornale locale Il Domani di Molinella del 1975.

Quello del giugno 1972 era stato il primo corso tenuto dal Maestro Gabriele Tellarini, .

 

Ma facciamo un passo indietro. L’attività del tennis a Molinella era già ben avviata nel 1972, con un Torneo Regionale di ottimo livello che si svolgeva nel mese di luglio già dal 1970, Tornei Sociali, Tornei Giovani Speranze e con la squadra che affrontava i primi Campionati Regionali.

In quegli anni l’attività era limitata al periodo estivo in quanto le coperture, i palloni pressostatici, arriveranno più tardi, uno nel 1976 grazie ad un muto da 5 milioni con la Cassa Rurale e ad una sottoscrizione popolare, il secondo qualche anno dopo.

Prima del 1972 si era tenuto a Molinella un corso per ragazzi di 15 giorni, era il mese di giugno del 1971 e ad insegnarci a giocare era il Sig. Pirazzini di Bologna.

Tutti i soci della Sezione Tennis della Polisportiva erano autodidatti e i consigli che davano ai ragazzi di allora erano molto limitati e poco tecnici. Allora erano molti i ragazzi che nel periodo estivo frequentavano i campi da tennis, ricordo quelli che poi ho sempre cercato di emulare e battere, in primis Claudio Bonazzi, Bruno Bianchetti, Aurelio Del Sordo, Luciano Cappelletti solo per citarne alcuni dei più forti anche negli anni a venire.

L’arrivo del Maestro fu una novità assoluta per Molinella fortemente voluta dal Consiglio Direttivo di allora (Ungarelli, Selva, Atti, Sacchetti, Mimmi E., Carletti, Catozzi), in modo particolare fu Bruno Selva a trattare con la Federazione Tennis alla ricerca di un Maestro. L’operazione non fu facile e quando il Cav. Masetti dal suo ufficio in Galleria Cavour a Bologna telefonò a Selva per comunicargli che aveva trovato il Maestro per Molinella, il buon Bruno andò su tutte le furie: “Ti ho chiesto un bravo Maestro e mi mandi un giovanotto appena formato dalla Scuola Maestri di Roma !! Vuoi scherzare ?” . Il Cav. Masetti quasi in lacrime rassicurava Selva che il Maestro era il più bravo del suo corso e che se non fosse stato all’altezza l’anno successivo avrebbe mandato il miglior Maestro di Bologna.

Naturalmente io non ero a conoscenza di queste trattative, ma continuavo a battere la pallina con una racchetta di legno grande come me contro il muro dell’allora Ufficio del Lavoro oggi ufficio Tecnico del Comune, con Dante (Burnelli, ndr) che ogni tanto usciva dall’ufficio e commentava quasi serio “Nicola se tu sapessi la matematica come palleggi saresti Einstein!!!”. E sorrideva .

Qualche giorno fa ho deciso di fare una telefonata a Bruno Selva, il quale, con voce commossa ed emozionata, ha voluto raccontarmi molti particolari a me sconosciuti di quel periodo, che non avrei mai immaginato sarebbe diventato uno dei momenti più belli e vissuti del tennis molinellese.

Aprile 1972: si preparano i campi per l’apertura estiva. Ricordo che appena uscito da scuola passavo dal tennis per vedere il custode Angelo Cocchi (padre di Claudio portiere del Molinella) che sistemava i campi e tutti i giorni gli chiedevo:  “Quando si gioca?”. A volte, quando mi vedeva arrivare, Cocchi si nascondeva dentro al bar, una vecchia edicola di Bigoni in disuso, collocata nel parco della Palestra di Via Andrea Costa.

 

 

 

Un giorno, finita la scuola, mio padre mi comunicò di avermi iscritto a un corso di Tennis con un nuovo Maestro che veniva da Forlì. Ricordo come fosse ieri il primo giorno del corso di tennis con il nuovo Maestro, noi pallidi, lui abbronzatissimo, elegantissimo, severissimo. Tutti in riga e guai a pestarla la riga, altrimenti erano giri di campo di corsa.

La puntualità in campo era fondamentale, chi arrivava in ritardo rischiava di non entrare, se gli andava bene doveva fare dei giri di campo. Gustavo Bertuzzi in questo era abbonato, mai puntuale, ma il Maestro gli voleva bene e a volte lo perdonava.

La voce del Maestro, mai urlata, precisa, diretta, quasi sussurrata ti arrivava, eccome se

ti arrivava. Per la prima volta si parlava di Impugnatura Continental, Top Spin, Back Spin, Battuta in slice, un vocabolario che fino al giorno prima ci era completamente sconosciuto. Dopo poche lezioni tutti facevamo esattamente quello che lui chiedeva appena entrati in campo: puntualità, attenzione, ordine, silenzio.

Detta cosi, sembravamo un battaglione di Marines, ma non so spiegarvi il mistero, ma lui ci guardava e noi automaticamente eravamo pronti ad ascoltare la sua lezione. Fu un mese bellissimo e il successo fu tale che il Maestro Tellarini fu confermato anche per il l'anno seguente.

Come detto, Molinella non aveva ancora campi coperti nel 1972, Tellarini aveva appena firmato un contratto con il Felsineo di Bologna e chiese a Selva se poteva portare con sé a Bologna alcuni ragazzi per allenarli nel periodo invernale, scelse il sottoscritto, Giorgio Brighenti e Andrea Cacciari. La scelta fu prettamente anagrafica, 10 /11 anni.

Iniziammo a ottobre con due allenamenti settimanali. Il Felsineo era un circolo molto frequentato a Bologna, ma era carente nel settore giovanile, quindi l’arrivo di Tellarini doveva garantire una crescita delle squadre giovanili per competere con le favorite Virtus e CT Bologna. Fummo accolti come in una famiglia, al pomeriggio il circolo era completamente a nostra disposizione, 6 campi di cui 2 coperti, era solo l’inizio di un grande successo.

Dai corsi successivi arrivarono altri ragazzi di Molinella, nel 1973 due ragazze molto brave, Daria Tassinari ed Elena Selmi. Le giornate rimanevano sempre due settimanali in quanto era molto impegnativo il trasporto da Molinella a Bologna.

I primi anni ci accompagnava Angelo Bertocchi, che con la moglie gestiva il MiniBar e intanto faceva anche servizio taxi con un furgoncino Volkswagen, il viaggio di andata era uno spasso. Angiolino raccontava storie, barzellette e ogni volta che passavamo da Guarda richiamava la nostra attenzione e usciva con le sue frasi celebri “Non ti curar di lor ma guarda e passa”. Il ritorno lo faceva praticamente in solitudine perché dormivamo tutti.

Gli anni successivi arrivarono altri ragazzi di Molinella e alcuni da Argenta dove Tellarini aveva tenuto un corso estivo. Ricordo tra gli altri Renzo Marisaldi, Elisa Rossi  e Roberto Battaglia e Andrea Zaghi di Argenta.

La squadra del Felsineo cresceva di livello così come la fama del Maestro Tellarini, iniziarono ad arrivare ragazzi da svariate parti della regione. Intanto si avvicinava al tennis un ragazzino di 8 anni che farà la storia del tennis Italiano, Paolo Canè (non fu facile per Tellarini gestirlo!).

I corsi a Molinella proseguivano sempre nel periodo estivo e negli anni 1974/75 i ragazzi tra Molinella e Argenta che si allenavano a Bologna erano diventati una ventina, Michele Selmi, Paolo Carletti, Rita Gualandi, Cesare Benetti da Molinella, Carlini Franco e Andreaoli Giancarlo da Argenta solo per citarne alcuni.

A questo punto il furgoncino di Bertocchi era diventato insufficiente al trasporto di tutti i ragazzi ai quali si aggiungeva anche Silvia Brini da Budrio, quindi in accordo con il Comune di Molinella, venne messo a disposizione uno Scuolabus (Tarlazzi, Alessandri, Mistri erano gli autisti che si alternavano) il cui costo fu quasi interamente a carico del Tennis di Molinella, le famiglie partecipavano per il costo dei corsi.

Fu uno sforzo enorme quello sostenuto dal Circolo Tennis Molinella per permettere ai suoi ragazzi di allenarsi a Bologna, ma i risultati furono di ottimo livello, i corsi ragazzi e anche quelli adulti erano strapieni e noi ragazzi eravamo protagonisti assoluti nei Tornei Ragazzi e Allievi in giro per la Regione.

 

 

 

L’estate, quando non eravamo impegnati nei tornei, la passavamo sui campi di Molinella cercando di emulare i più grandi e bravi, Bonazzi, Bianchetti, Marisaldi e Del Sordo, ma erano ancora troppo forti per noi dodicenni, allora andavamo a sfidare quelli che sul campo erano forse alla nostra portata, Costante Atti e Bruno Selva in singolo riuscivamo a metterli sotto qualche volta, ma era in doppio che la coppia dell’Ufficio Anagrafe sfoderava i suoi colpi migliori. Ogni volta che uno di noi faceva un bel punto prima Costante

poi Bruno cercavano sempre di intimorirci con frasi del tipo: “Bravi, bravi, ma con tutto quello che ci siete costati …”.

Il 1974 fu l’ultimo anno che giocammo al Felsineo di Bologna. Dal 1975 Il Maestro Tellarini si spostò in un Circolo più grande il Tennis Club Aeroporto di Bologna,10 campi. Per noi ragazzi non fu semplice staccarsi dal Felsineo, non tutti seguirono il Maestro, alcuni ragazzi preferirono rimanere al Felsineo, ma il blocco Molinella-Argenta seguì il Maestro nella sua e nostra nuova avventura.

 

La storia continua, i ricordi sono tanti, il Maestro ormai era dentro di noi parte della nostra vita, del nostro futuro. Alcuni di noi una volta terminata l’attività agonistica ha seguito le sue orme: il sottoscritto, Massimo Galletti, Andrea Zaghi, Andrea Giacomoni, Andrea Cacciari e Simonetta Albertazzi per citarne alcuni si sono formati alla Scuola Maestri di Roma e insegnano o hanno insegnato in vari Circoli Tennis.

Per alcuni anni siamo stati colleghi e ci siamo incontrati in giro per tornei con i nostri allievi. Nel 2017 Tellarini è stato ospite-relatore al Centro Tennis di Argenta, dove insegno Tennis dal 2011. Tanti dei suoi più vecchi amici e allievi sono venuti per ascoltare ancora una volta le parole del Maestro. Ha deliziato i presenti con 45 minuti di “oculatezza tennistica”, toccando i temi più svariati, dalle riflessioni tecnico-tattiche fino alla rivalità tra Federer e Nadal, tutte presentate con eleganza e semplicità.

Al termine della chiacchierata, si è fermato a conversare con i suoi vecchi amici e giocatori e a raccogliere i complimenti dei più giovani. Una foto ricordo con i suoi ragazzi di un tempo prima di andarsene con la stessa compostezza con la quale era arrivato poche

ore prima.

Molinella ha avuto l’onore di lanciare uno dei Maestri più importanti del panorama tennistico italiano, che a Castenaso ha chiuso la sua carriera di Maestro e adesso si gode la pensione sui colli di Castel San Pietro.

Grazie Gabriele, di cuore.

 

Nicola Mimmi

(Maestro CT Argenta).

 

Un ringraziamento particolare a Bruno Selva per avermi raccontato con voce emozionata tanti particolari di questa storia. E grazie ad Elia Brunelli, mio allievo e oggi Maestro del Centro Tennis Argenta, per averne integrato il finale con parole sue.

 

 

 

 

   

 

 

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