Il Guinness dei Primati: Ruggero Tinti e Claudio Gnudi, i molinellesi saliti più in alto

Ruggero Tinti al Campo Base

 

“Citius Altius Fortius”. Più veloce. Più in alto. Più Forte. E' il motto delle Olimpiadi, proposto dal  barone De Coubertin fin dal 1896, per indicare ciò a cui deve tendere ogni atleta.

Eravamo partiti anni fa con l'idea di creare per gioco la Hall of Fame dei molinellesi, uno spazio della nostra memoria sportiva dove avrebbero dovuto trovare posto i concittadini più veloci, quelli che erano andati più in alto e, benché, la cosa risultasse oggettivamente più difficile da dimostrare, anche quelli che si erano dimostrati i più forti.

Non siamo però mai andati oltre il primo capitolo di questa ricerca (definito dal superlativo latino Citius), sul quale torneremo sicuramente, una volta completate le ultime verifiche, per ribadire i nomi dei molinellesi più veloci di sempre nella corsa a piedi, nel nuoto e in bicicletta (con un brevissimo excursus anche sulle corse in moto e in auto).

Ma ora la nostra curiosità (perché di questo si tratta) ha preso un'altra direzione. Dalla linea orizzontale a quella verticale, per stabilire chi è stato il molinellese che è salito più in alto.

Anche qui senza alcuna pretesa di scrivere una parola definitiva sull'argomento (che, anzi, consideriamo queste pagine in continuo aggiornamento e aperte al contributo di tutti), siamo partiti dagli unici dati disponibili, cioè i record di società del GP Atletica Molinella relativi al salto in alto. La classifica, in campo maschile, è la seguente: 1° con 1,95 Alex Fabbri (passato poi al salto triplo con ottimi risultati); 2° Michael Bertapelle (specialista anche dell'asta) con 1,90. Tra le donne, 1^ Maite Vanucci (1,65), 2^ Valentina Carta (1,60).

Sempre più in alto, diceva la pubblicità di quella grappa. Fino a qualche tempo fa avremmo detto che il molinellese salito più in alto fosse Aurelio Del Sordo, l'attuale vicepresidente della Compagnia del Caffé, che il 29 luglio 1978, partendo dal Rifugio Gnifetti a 3.647 metri (dove altri molinellesi avevano dovuto arrendersi agli effetti dell'altitudine) in compagnia di don Ugo Casalegno, parroco di Gressoney, e di una ragazza di Vicenza, raggiunse Punta Balmenhorn, nel massiccio del Rosa, a quota 4.176, dov'è collocata la grande statua del Cristo delle Vette.

 

 

                      Punta Balmenhorn / Cristo delle Vette (m. 4.176)                                      Aurelio Del Sordo (29 luglio 1978)

 

Le nostre convinzioni sono state però smentite questa estate, quando Nino Magri e altri appassionati della montagna ci hanno invitato a guardare ancora più in alto.

E così abbiamo potuto verificare che a guidare la classifica dei molinellesi d'alta quota sono al momento Ruggero Tinti di Molinella e Claudio Gnudi di Marmorta, i quali nel 2001 hanno fatto parte della spedizione al Nanga Parbat organizzata da Don Arturo Bergamaschi, prete alpinista di Bologna.

 

In cordata

 

 

I nostri due concittadini non hanno raggiunto la vetta dell'ottava montagna più alta del mondo (m. 8.126 slm), ma si sono fermati ai 5.128 metri del Passo Hispar, in Pakistan, sulla catena del Karakorum, stabilendo ugualmente il nuovo record di altezza per noi della Bassa.

Era il 18 agosto 2001 quando Tinti e Gnudi raggiunsero il passo, “là dove - come spiega la guida - il ghiacciaio Biafo e il ghiacciaio Hispar si incontrano per formare la traversata glaciale più lunga del mondo al di fuori delle regioni polari (100 chilometri di lunghezza)”.

 

 

Passo Hispar (m. 5.128)

 

 

   

 

 

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