Riprendiamoci la nostra piscina!

 

 

 

Postando ogni giorno una storia, una foto o anche solo un ricordo sulla nostra pagina facebook > https://www.facebook.com/sportivamente.molinella      < nelle due settimane a cavallo di Ferragosto abbiamo attraversato circa quarant'anni della nostra vita, dall'inizio degli anni '50 a tutti gli '80.

Sullo sfondo la piscina dei tempi d'oro, in primo piano quei personaggi che per le loro imprese sono diventati leggenda. Da Athos Carletti, il re dei tuffi dal trampolino, a Romano Alberani, il primo a compiere l'attraversata della vasca sott'acqua, dalla Solange, cassiera per sempre, ai tanti, più o meno noti, che l'ex bagnino Alberto Maresta ha ricordato in un post di successo.

Ringraziamo chi ha messo mi piace. Ringraziamo, in particolare, chi ci ha ricordato le regole dello “storione”; chi ci ha permesso di allungare l'elenco dei grandi tuffatori o di quelli che per gioco facevano tutta la vasca sott'acqua; chi ha opportunamente corretto la data di una fotografia e chi ha arricchito ogni post con qualcosa di personale.

Verrà buono, tutto questo, per il libro che uscirà (speriamo) l'estate prossima, in occasione dei 90 anni della piscina e del nuoto molinellese, dove - per rispondere alla domanda di chi ci chiede conto di questa “curiosa dimenticanza” - troveranno finalmente posto anche le imprese  dei nuotatori, che qui abbiamo volutamente trascurato per lasciare spazio ad altri interpreti della piscina.

Dai commenti che abbiamo letto, tutti venati di nostalgia per i bei tempi che furono, risulta evidente che è ancora fortissimo il sentimento che lega i molinellesi di una certa generazione alla loro piscina. Più che un senso di appartenenza, è quasi un senso di proprietà. Molti, infatti, hanno vissuto come un furto della memoria la demolizione del vecchio edificio d'ingresso. Lì sono rimasti i ricordi di favolose estati ormai lontane nel tempo, dove tutto sembrava più bello perché eravamo tutti più giovani.

La nostra non è stata però una semplice operazione-nostalgia, per arrivare banalmente a concludere che era meglio una volta e, detto questo, fermarci lì. Pensiamo, al contrario, che bisognerebbe essere capaci di ripartire da qui, dai ricordi del passato, dalla forza di un sentimento che, nonostante tutto, ci lega ancora alla nostra piscina, per vincere la difficile partita del presente.

Fino a qualche anno fa, la piscina per noi molinellesi era un motivo d'orgoglio, come lo zuccherificio. Era un lusso che solo noi potevamo permetterci. Adesso, tutto sembra diventato un problema. Una volta venivano a centinaia dal ferrarese per fare un tuffo in piscina; ora sono i molinellesi che a centinaia migrano verso il ferrarese alla ricerca di posti tranquilli dove mettere i piedi a bagno. Questo vuoto di presenze è stato subito riempito da bande di ragazzini che arrivano in treno dalla periferia di Bologna, a volte solo per provocare, trovare da dire, disturbare e fare schiamazzi.

Ma il rischio maggiore per la piscina non è rappresentato dai cosiddetti ragazzi difficili che vengono da fuori, con i quali basterebbe forse scambiare qualche parola, mostrare un po' più di interesse sincero nei loro confronti per ridurne l'aggressività (il metodo Chirco, celebrato su facebook nei giorni scorsi, insegna certamente qualcosa). Il pericolo vero non viene dall'esterno, ma dall'interno, purtroppo. L'insidia peggiore è il fuoco amico: chiamiamo così, per intenderci, le critiche astiose, talvolta infondate, spesso per partito preso, sparate sui social da quei molinellesi che amano la piscina al punto di volerla vedere vuota. Spararsi addosso serve solo a farsi del male. Ed è invece questo lo spettacolo a cui assistiamo ormai da troppo tempo.

Come tutte le cose molto amate, anche la piscina va difesa. Per tutto ciò che ha rappresentato e rappresenta per ognuno di noi. Ma non si può pensare di farlo disertando, per correre dietro alle suggestioni molto social di chi dice che l'acqua del vicino è sempre più blu, che qui è tutto uno schifo e la colpa è del comune o del gestore che ha reso obbligatoria la cuffia. Difendere la piscina quando gli attacchi sono palesemente esagerati o addirittura pretestuosi vuol dire innanzitutto difendere noi stessi, la nostra storia, le nostre tradizioni.

Ma come?! - ci suggerisce qualcuno – Siamo stati tutti zitti, nessuno ha protestato quando hanno buttato giù la facciata storica della piscina, cambiandone i connotati (non certo in meglio) ed ora facciamo tutte queste storie per una piastrella che si è staccata dal muro, per un po' di sabbia sul fondo della vasca o per la cuffia obbligatoria ...

La piscina di Molinella è una vecchia signora che mostra gli anni che ha (saranno 90 l'estate prossima, come abbiamo ricordato all'inizio), forse non funziona alla perfezione, ma non è ancora da buttare via. Una trentina di anni fa ha cambiato faccia: certamente non è diventata più bella, ma d'estate conserva ancora un certo fascino, non fosse altro che per le sue dimensioni che nei dintorni non hanno uguali.

Torniamo perciò alle nostre vecchie abitudini. Torniamo ad affollare la piscina nei giorni d'estate. Difendiamola con la nostra presenza “dalle scorribande dei forestieri”, ma anche dalle chiacchiere dei detrattori di professione. E se è vero che i gusti della gente negli ultimi anni sono cambiati, che oggi la piscina modello termale (piccolo è  bello) si fa preferire alle piscine con le corsie destinate al nuoto, dovremo prendere atto che non sarà più come una volta, senza però rinunciare a proporre nuove idee e nuove iniziative, come peraltro il gestore sta già facendo da tempo e in modo apprezzabile.

La battaglia per la ri-conquista della piscina richiede l'impegno di tutti, del comune, del gestore, fino all'ultimo dei molinellesi che ancora hanno a cuore le sorti dell'impianto.

Redazione il Caffè/Duecaffè

 

 

 

 

 

   

 

 

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