Oggi la Parrocchia di Molinella compie 500 anni

La primitiva Chiesa di San Matteo della Molinella in un disegno di Ignazio Danti (1578)

 

 

21 settembre, San Matteo. Oggi è un giorno importante per la Parrocchia, che festeggia i suoi primi cinque secoli di vita. La Messa in onore del Santo Patrono inaugurerà questa sera, alle ore 20.30, l'Anno Giubilare, durante il quale si terranno diverse iniziative per celebrare l'avvenimento.

Dal libro di don Vittorio Gardini (Molinella in Saecula Saeculorum; Ed. La Compagnia del Caffè, 2002), ecco il racconto della fondazione: 

 

Il primo accenno ad una chiesa in loco risale al 1513, quando gli anziani della Molinella chiesero al Conte Pepoli di potervi costruire lì accanto il cimitero. Non sembra però verosimile che un borgo di circa 800 anime, qual’era già il nostro paese a quell’epoca, fosse rimasto così a lungo senza alcun servizio religioso. Le vecchie carte ci mostrano un piccolo edificio a ridosso della Torre, dedicato a “San Matteo dei doganieri”, la cui vetustà e lo stile lo farebbero risalire almeno alla seconda metà del ’400”. Perché la scelta del Santo Patrono avesse un senso, bisogna pensare che ciò sia avvenuto quando ancora era operoso di traffici il nostro porto, che alla fine del ’400 risultava già interrato. E’ da notare anche il fatto, abbastanza singolare per quell’epoca, che la chiesa fu sì costruita su terreno dei Pepoli, ma per mano e oblazioni di tutto il popolo e non già per la munificenza del ricco signore.

La crescita della popolazione, il declino delle borgate vicine, le difficoltà a raggiungere la Pieve Madre di San Martino a causa delle acque stagnanti. indussero l’Arcivescovo di Bologna, Cardinale Grassi, ad accogliere l’istanza di elevare Molinella a Parrocchia. Ciò avvenne, con rogito del notaio arcivescovile Girolamo Cattani, il 21 settembre 1522, giorno del Santo Patrono.

Il 22 novembre dello stesso anno, il Pievano di San Martino in Argine, titolare dell’antica “chiesa matrice (o chiesa madre)”, perché da essa discendevano tutte le altre della zona, concesse il diritto di battistero, con l’obbligo per il prete della Molinella – all'epoca don Baldassarre degli Arduini di Reggio, che possiamo quindi considerare il primo Rettore della Parrocchia - di pagare annualmente due libre di cera bianca e dieci soldi, così da attestare la sua dipendenza dall’arciprete di San Martino, al quale spettava anche il diritto suonare per primo le campane la notte di Pasqua e di recarsi processionalmente alla chiesa della Molinella il lunedì delle Rogazioni, ivi fermarsi e cantar messa solenne.

(…) Don Andrea Pellandra, molinellese, fu nel 1557 il primo vero Curato della Molinella con obbligo di presenza (secondo la regola introdotta dal Concilio di Trento), dopo una serie iniziale di rettori  di poca presenza e anche scarsa attività, venuti fin qui da Reggio, da Piacenza e perfino da Massa Ligure.

 

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