Armaroli in tackle duro su Casini. La Panchina si infiamma
(fotomontaggio/ilcaffè)
Acceso dibattito pre-elettorale alla Panchina di via Andrea Costa. Protagonisti dell'improvvisato talk show, l'Augusto Armaroli fu Armano, maître à penser dei panchinari, e il senatore Pierferdinando Casini, uno che in 39 anni di carriera non ha mai fatto panchina perché ha sempre giocato da titolare. Ecco, nella cronaca di un testimone oculare, ciò che è davvero successo la mattina del 15 settembre scorso, giorno di mercato.
La Panchina è eccitata. Nell’imminenza delle elezioni politiche il più prestigioso speakers corner del paese ribolle di creatività. All’ordine del giorno c’è il confronto tra la Giorgia Meloni, battagliera leader maxima della destra, e la Maria Elena Boschi, fascinosa capogruppo di Italia Viva alla Camera.
Si sta argomentando sulle presunte capacità amatoriali delle due illustri contendenti, Meloni sembra sorprendentemente in vantaggio a dispetto degli exit pool quando, sulla ribalta di via Andrea Costa, si palesano due figure. Il Sindaco Mantovani e il Senatore Casini quali colombe dal desio chiamate, puntano dritti verso la Panchina che sfuma i decibel, ubi maior... con quel che segue.
Casini si siede a fianco dell'Augusto Armaroli fu Armano, tuttologo signore della Panca cara agli umarel fancazzisti. Non è ancora Mezzogiorno di Fuoco ma nella mente di ognuno risuonano le note palpitanti che valsero un oscar a Dimitri Tiomkin.
Attimi di tensione palpabile dividono l’approccio cordiale del Senatore dalla paventata rappresaglia: l’illustre ospite è presto subissato dagli improperi dell'Augusto Armaroli, che lo accusa senza mezzi termini di essere un proverbiale voltagabbana, degno rappresentante di una generazione marcia di politici, responsabile col sodale Fini della caduta di Berlusconi, con le rovinose conseguenze che sappiamo...
Abbozza repliche inascoltate rimandate al mittente, il Senatore, che, alzatosi, si congeda dall'Augusto Armaroli, affidando allo stesso le sorti dell’Italia in un abbozzo estremo di replica.
Velleitario e decisamente impopolare l’immediato, ruffiano tentativo da parte di qualcuno (non faccio nomi) di stemperare la tensione, ricordando al Senatore la militanza liceale al fianco del molinellese dott. Andrea Martelli.
Per nulla turbato dall'increscioso incidente, prima di andarsene il Senatore rassicura gli astanti: se ha mai voluto fare questo mestiere ed rimasto per tanti anni nell'agone politico, vuol dire che sotto la camicia nasconde una doppia corazza da gladiatore.
L’audace Sindaco riprende sottobraccio il Senatore: i due, scortati dalla prestante bodyguard, si avviano lungo il viale che già respira l’autunno foriero di incertezze, impavidi verso altre battaglie.
Sandro Bertocchi
LA SCHEDA DEL FUORICLASSE
Pierferdinando Casini, classe 1955, centrocampista con il Bologna nel cuore. Negli anni ha cambiato diverse volte casacca e posizione in campo, svariando serenamente, pacatamente, qualunquemente (come direbbe Veltroni, ma anche Albanese) da destra a sinistra, anche se questo lui non lo ammetterà mai, essendo piuttosto incline a riconoscere che sono gli altri ad essersi spostati sulle sue posizioni e non il contrario. E' sulla breccia dal 1983. Ha disputato da protagonista 10 legislature (quella che comincia è l'l1^). In 39 anni di onorata carriera ha visto passare 26 Governi e 8 Presidenti della Repubblica, da Pertini a Mattarella bis. Per anzianità di servizio, tra Montecitorio e Palazzo Madama, è il più longevo ancora in attività. Lo chiamano per questo “Il Senatore”. In gennaio ha rischiato di diventare addirittura Presidente, un'impresa che non è riuscita nemmeno a Rivera, forse soltanto a Boniperti.
Qualcuno lo vorrebbe panchinare. Ma come si fa a dire che uno così, con questo curriculum, non è un Fuoriclasse ?! (am)
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BAR CONDICIO
Curiosità parlamentari.
Molinella Juniores, 1964-65: il portiere è Sergio Sabattini. A destra, primo piano del senatore Ortolani
In questo tempo di chiacchiere elettorali, ci si chiedeva l'altra mattina tra la Panchina e il bar di fronte chi fosse stato il primo parlamentare molinellese doc. Qualche sprovveduto ha buttato lì il nome di Martoni, il quale, benché eletto al Parlamento per più legislature, non era però originario di Molinella. Richiesto di un parere, lo storico Golinelli ha escluso dalla corsa al titolo anche Giuseppe Mazzacorati, Sindaco di Molinella e Senatore del Regno in anni lontani, non essendo neppure il nobile marchese originario del nostro comune.
Il primo parlamentare di Molinella (di Marmorta per la precisione, dov'era nato nel 1943) risulta quindi essere stato Franco Ortolani, che per la verità pochi molinellesi ricordano. Laureato in Geologia, professore all'Università di Napoli, il 23 marzo 2018 Ortolani è stato eletto al Senato nelle liste del Movimento 5 Stelle in un collegio del capoluogo campano. Entrato a far parte della 13^ Commissione Parlamentare (Territorio-Ambiente) del nuovo Governo Conte, non ha fatto però in tempo a portare nelle istituzioni il suo contributo sulle tematiche ambientali: è morto, infatti, nel novembre del 2019, appena un anno dopo la sua elezione.
Per altre informazioni sul senatore Ortolani, chiedere a Giorgio Golinelli, che recentemente gli ha dedicato un post su Storie di Molinella.
Ma, dal punto di vista sportivo, la cosa forse più interessante è la scoperta (per molti, ma non per noi del Caffè) che un ex calciatore del Molinella è stato eletto al Parlamento. Si tratta di Sergio Sabattini, portiere della squadra juniores rossoblu. Eccolo qui sopra in una fotografia del 1964-65. Sabattini arrivò a Molinella in prestito dalla Spal e presto abbandonò il calcio per darsi alla politica. Segretario provinciale del PDS e poi sindaco di Porretta, il 21 aprile 1996 ha fatto il grande balzo alla Camera dei Deputati, con i voti del collegio n° 17, dove era candidato per l'Ulivo. Nel darne notizia, il Caffè (n.2/1996) sottolineava che Il Molinella poteva fregiarsi di aver avuto nelle sue file “un onorevole calciatore”.
(Redazione Caffè/Duecaffè)