Ricordo di Lino Gurioli a 10 anni dalla scomparsa

 



Dieci anni fa come oggi, il 17 maggio 2014, moriva Lino Gurioli. Un Campione del Volontariato locale, come scrivemmo allora, a cui va riconosciuto che senza il suo impegno e la sua ostinazione oggi forse non avremmo a Molinella l’Associazione Volontari di Protezione Civile e nemmeno la benemerita Pubblica Assistenza, di cui è stato il primo presidente. L’ambizione per le cariche non la considerava un difetto, anzi. E tante volte ci siamo chiesti: ma di quante cose è stato presidente Gurioli?! Dagli Amici dell’Arte ai Lions, l’elenco è lungo. E’ stato, a modo suo, anche uno storico e un attore, un instancabile promotore di iniziative sportive. Da sportivo, il meglio di sé l’ha dato comunque per le Olimpiadi del Reno, senza perdersi mai un’edizione, curando specialmente il cerimoniale. Il Comitato del Reno per le Olimpiadi dei Ragazzi lo ricorda ogni anno con un premio istituito in sua memoria.

Lino Gurioli è stato, infine, uno dei soci fondatori della Compagnia del Caffè, che qui lo ricorda con un articolo di Andrea Martelli per il libretto commemorativo “LINeide” (maggio 2019), scritto senza retorica e senza tacerne i difetti, dei quali Gurioli per primo era consapevole e dei quali ora si può perfino sorridere. (La Redazione)

 

L’ULTIMO VIAGGIO

Un articolo di Andrea Martelli

 

20 maggio 2014. Si sono celebrati questa mattina i funerali di Lino Gurioli, un campione vero del Volontariato molinellese, di cui avrete letto probabil#mente il breve profilo pubblicato su duecaffè sabato mattina, appena si era parsa in paese la notizia della sua morte improvvisa.

Alle parole commosse dei rappresentanti delle varie associazioni di volontariato che oggi l’hanno commemorato ufficialmente al termine della Messa, vorrei aggiungere qui il ricordo non ufficiale di un altro Gurioli, quello di un uomo con la passione per la storia che amava dirsi appartenente alla Scuola di don Gardini, addirittura “discepolo” del parroco che ci ha lasciato un patrimonio di inestimabile valore storico. Forte di questa prestigiosa autocertificazione e quale socio della Compagnia del Caffè, veniva talvolta a propormi degli articoli su Molinella che finivano regolarmente nel cestino, o perché troppo lunghi nell’economia del giornale o perché clamorosamente fuori registro rispetto ai gusti dei lettori. Ma lui non se la prendeva mai, riconoscendo che forse gli mancava un po’ il dono della sintesi. I suoi interessi spaziavano dalla politica alla cronaca locale, dal pettegolezzo spicciolo allo sport. Quando ancora raccoglievo notizie per il mio libro sul 900, Lino fu per me preziosissimo, dandomi informazioni, indicandomi le persone con le quali avrei dovuto parlare per sapere ciò che mi interessava, dicendomi dove avrei potuto trovare la tal fotografia. Quasi tutte le sere passava da casa mia con dei fogli di appunti scritti a mano (cronache dalla Spadona, storia segreta dei partiti politici molinellesi, fatti di sangue, gli inverni più freddi, le osterie, ecc … ) che mi lasciava perché io ne facessi l’uso che credevo, pur immaginando che con ogni probabilità sarebbero finiti anche questi nel cestino.Invece, no, li ho conservati tutti, i suoi appunti, sia quelli di cui vi è traccia nel libro, sia quelli che, per ragioni diverse, era meglio far finta di non averli mai letti. Poche settimane fa abbiamo pubblicato il racconto di quel famoso Giro del 67 (lo trovate ancora nella Bottega del Caffè), nato anche questo da una sua idea. Tra i tanti del fascicolo “Appunti Gurioli”, ne sceglierei anche un altro: I ragazzi della via Pal, 6 pagine in cui sono raccontati con ironia i fatti d’arme delle bande giovanili che imperversavano alla fine degli anni 50. Armati di fionde e bastoni, i bambini di allora combattevano per il controllo dei cantieri della cosiddetta Legione Straniera, per la conquista delle Case Vuote, che presto sarebbero state abbattute per far posto alla Chiesa Nuova, per il diritto di passaggio lungo il sentiero abbandonato della Fossetta, verso lo zuccherificio. Più che ai John Waine o ai Gary Cooper di cui scrive Gurioli, quei bambini assomigliavano al soldato Nemecsek del capolavoro di Molnar. E, come nella storia di Peter Pan, dove una volta vincono gli indiani e la volta dopo i pirati, anche quelle battaglie non avevano mai fine e ricominciavano da capo ogni giorno. A Gurioli piaceva l’ingenuità di quel mondo, fatto di generalissimi e leader maximi, di medaglie di cartone colorato e di parate militari in alta uniforme, raccontate come fossero vere. Qualcosa di tutto questo, bisogna dirlo, gli era rimasto attaccato come un distintivo, certe espressioni facevano ancora parte del suo naturale modo di esprimersi. Sul fronte del Volontariato era un milite in servizio permanente effettivo. Aveva rispetto per la divisa. Era un uomo di mondo perché aveva fatto il militare a Cuneo, come diceva Totò. Non proprio a Cuneo, ma lì vicino: a Casale Monferrato, per la precisione.

L’ultima volta che ci siamo visti, due domeniche fa, mi disse che in occasione dei 200 anni dell’Arma sarebbe stato bello scrivere qualcosa sulla presenza dei carabinieri a Molinella. Ad uno così, che amava le parate e le uniformi, avrà certo fatto piacere vedere stamattina l’esercito schierato dei volontari, con le loro giubbe gialle e arancio. Ma, conoscendolo, io credo che gli sarebbe piaciuto rivedere tra le altre anche la vecchia bandiera dell’Azione Cattolica, tenuta alta (anche se in modo tutt’altro che marziale) dalla Maria Fariana, come usava una volta, quando si accompagnava nell’ultimo viaggio un campione del cattolicesimo militante. (am)

 

 

   

 

 

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