Giovane velocista sfida l’esperto Sintoni al Velodromo. Un articolo di Cesare Natali
(foto / primi anni 70)
Il venerdì pomeriggio era tradizione per i ciclisti della Polisportiva Molinella fare allenamento sul velodromo allo stadio comunale.
In verità l'allenatore di allora Dino Dardi ci voleva vedere per testare il nostro stato di forma in funzione della gara della domenica.
L'allenamento comportava alcune gare di velocità fra di noi e a turno si faceva un giro di pista lanciato a tutta dove Dino ci cronometrava il tempo.
In funzione dei risultati lui capiva chi nella gara della domenica poteva andare bene.
La seconda parte riguardava una lezione teorica sulle volate fatte e come affrontare la gara, come alimentarci ecc......
Mentre eravamo tutti seduti ad ascoltarlo arriva al velodromo un ciclista mai visto prima, non più giovanissimo, grossa chioma di capelli bianchi e con una muscolatura potente.
Dino improvvisamente smette di parlarci e gli va incontro, quasi fosse arrivato un idolo, lo abbraccia, poi si ferma con lui.
Il ciclista inizia poi a girare in pista a velocità sostenuta, in alto sulle curve, e Dino torna da noi a finire la lezione.
Poi ci racconta che quel ciclista era stato in passato un suo corridore nella Polisportiva Molinella, nipote del parroco di Marmorta. Si chiamava Sergio Sintoni, ed era un forte velocista che quando scattava rompeva i raggi della ruota posteriore…
Tutto questo, però, a me non diceva niente, forse avevo anche un atteggiamento un po distratto.
Appena finito di parlarci, Dino, con un gesto della mano mi chiama e lancia la sfida:
“Adesso, tu che ti ritieni un forte velocista – mi disse - prova a fare la volata con Sintoni”
(lui aveva circa 40 anni, io ne avevo 14).
Per Dino era una lezione che voleva darmi mentre per me era una sfida che mi esaltava tantissimo.
Dino ci fa partire proprio come fosse una gara vera, tutti gli altri ragazzi si fermano e in mezzo al campo osservano impietriti il mio coraggio,
il primo giro si fa piano, di studio, il secondo… volata.
Sintoni prende la testa io vado a ruota. Vidi che aveva l'incrocio dei raggi saldati, a conferma della sua potenza.
Quando inizia il secondo giro io rallento e lo lascio andare avanti e cerco di rimanere a 20 metri circa, lui vedo che continua a guardare indietro, io stavo preparando il "punto d'appoggio", tattica che avevo imparato alla Scuola Ciclismo Coni di Ferrara dal maestro dello sport Ariodante Gandini.
Il punto d'appoggio consiste nel tenere l'avversario avanti per poi lanciarsi e superarlo a fortissima velocità
E questo è esattamente quello che ho fatto, e mi è riuscito anche molto bene, al punto che quando l'ho superato gli ho preso due-tre metri di vantaggio e sono riuscito a conrollare la sua rimonta fino sul traguardo, che ho tagliato per primo.
Una volata perfetta, al di là del risultato, che ha fatto rimanere senza parole Dino Dardi.
Un silenzio che voleva dire tanto in quando fra me e Dino c'era un rapporto “d’amore e
odio", per vari episodi: lui diceva che io non facevo la vita da corridore, ma che mi stimava tanto non per la mia forza ma per la mia furbizia in gara, e io in quella volata ho battuto sia Sintoni e anche Dino Dardi.
(Cesare Natali)