6 ottobre 1924-2024: la radio ha 100 anni. E la Voce di Nicolò Carosio uscì altissima dalla finestra del bar di Arduino e dilagò su Molinella
La Radio e lo Sport. “La scatola magica”, che esaltava il genio di Guglielmo Marconi, risultò decisiva anche per la promozione dello sport in Italia. Nel novembre del 1934, quando la radio aveva iniziato le sue trasmissioni già da una decina di anni, la Voce di Nicolò Carosio irruppe improvvisamente dalla finestra del bar di Arduino, come la musica lirica dal grammofono di Fitzcarraldo (ricordate il bellissimo film di Herzog?) nel silenzio della foresta amazzonica.
“Gentili ascoltatori, è Nicolò Carosio che vi parla e vi saluta…”. Cominciavano sempre così le sue radiocronache. Inglese di Sicilia o siciliano di Londra per il suo caratteristico aplomb britannico, Carosio “The Voice” (prima ancora di Sinatra) o, più confidenzialmente, “il vecchio Nic dal whisky facile”, ha raccontato in radio e poi in televisione almeno quarant’anni di calcio, dalla vigilia dei Mondiali di Roma del 1934 al Mundial di Città del Mexico del 1970. Nicolò Carosio (1907-1984) cominciò a farsi conoscere il 1° gennaio 1933, con il commento in diretta da Bologna della partita Italia-Germania (3-1), prima radiocronaca integrale di una partita di calcio.
Il 14 novembre 1934, gli Azzurri di Vittorio Pozzo, che in estate si erano laureati campioni del mondo, affrontarono per la prima volta i “maestri inglesi”, gli inventori del calcio che avevano fin lì rifiutato di misurarsi con le Nazionali di altri paesi, ritenendosi “i più forti del mondo senza bisogno di controprove”. Teatro dello scontro, lo stadio londinese di Higbury.
Presentato dalla stampa di regime come “l’atteso confronto tra quelli che dicono di essere i più forti del mondo e gli Azzurri che il titolo l’hanno conquistato davvero e con pieno merito sul campo”, Inghilterra-Italia fu un evento clamoroso, del quale si continuò a parlare per molto tempo. Così pure, a Molinella, si continuò a parlare a lungo di ciò che accadde quello stesso pomeriggio di novembre del 1934.
In attesa di notizie dalla radio, una folla di molinellesi infreddoliti sostava nel cortile dell’ex cooperativa, di fronte alla piscina, dove Arduino aveva il bar, prima di trasferirsi in piazza. Per l’occasione, Arduino Gentili, antico pioniere del calcio molinellese, aveva messo “a disposizione dell’affezionata clientela un nuovissimo apparecchio radiofonico”, il meglio che c’era in circolazione a quei tempi. E la radio, che in Italia aveva iniziato le sue trasmissioni già da una decina d’anni, fu la vera protagonista di quel pomeriggio molinellese, ancor più della Nazionale di Vittorio Pozzo.
Un regalo, la radio, sicuramente un privilegio per quelli che avevano trovato posto all’interno del bar, i quali, pensava Arduino, ascoltando la radio avrebbero consumato più volentieri le sue famose cedrate, specialità della casa, o l’autarchico karkadè.
Non si poteva dire altrettanto per chi era rimasto fuori e sentiva la Voce di Nicolò Carosio che arrivava in diretta da Londra come un lontano brusio, disturbato continuamente dalle grida degli avventori del bar.
Due dei meno fortunati, Alfredo Baldrati e con lui Cesare Menarini, che all’epoca era ancora un bambino, ricordavano così quel pomeriggio: “Ce ne stavamo lì nella nebbia, battendo i denti dal freddo, in piedi o a cavallo della bicicletta, senza staccare gli occhi dalla finestra del bar, per cogliere dall’esterno ogni movimento che ci facesse capire il risultato della partita”.
Ogni tanto, qualcuno batteva sui vetri, per richiamare l’attenzione di chi stava dentro: “Quànt stègna? Quanto stiamo?” - chiedeva.
Gli veniva risposto a gesti e quello era l’inizio di un confuso passaparola, che dalla prima fila sotto la finestra si propagava per tutto il cortile, fino all’ultima fila dietro.
Sembrava che l’Italia stesse vincendo, ma il contagioso entusiasmo con il quale Nicolò Carosio raccontava le epiche gesta di quelli che, nell’immaginario calcistico, sarebbero poi diventati “I Leoni di Higbury”, aveva finito per trarre in inganno chi stava dentro e, di conseguenza, anche quelli che erano fuori al freddo, dove la radiocronaca arrivava solo in “differita”.
In realtà, all’intervallo l’Italia era sotto di 3 gol a zero. Fu allora che Arduino, deluso forse dal risultato ma soprattutto dal comportamento ingeneroso dei suoi clienti che, nonostante i comfort messi a loro disposizione (la stufa accesa là in un angolo, la diretta-radio che per l’epoca era una grande novità, ...), non consumavano neanche un caffè, aprì la finestra e, tra le rumorose proteste del pubblico in sala, depositò il grande apparecchio radio sul davanzale, alzando anche il volume al massimo, perché tutti potessero sentire. Quelli delle ultime file, laggiù in fondo al cortile, ma anche chi passava per strada.
E la Voce di Nicolò Carosio dilagò su Molinella attraverso la finestra spalancata del bar, come la musica lirica dal grammofono di Fitzcarraldo nel silenzio della foresta amazzonica.
Quelli fuori l’accolsero con un boato di soddisfazione. “Noi – ricordava ancora Cesare Menarini - stavamo lì, come incantati, a guardare la radio sul davanzale. Sì, perché allora si guardava la radio come fosse la televisione…”.
E quindi, potenza delle immagini create dalla Voce di Nicolò Carosio, tutti “videro” l’Italia risalire da 0-3 a 2-3 grazie alla doppietta di Meazza. Due gol del Balilla che non valevano il pareggio, ma ben più di una vittoria, per le inedite emozioni che la radio quel pomeriggio aveva regalato agli sportivi molinellesi. (Andrea Martelli)