30 ottobre 1974: Dante Lazzari sul ring di Kinshasa, protagonista del sottoclou mondiale tra Alì e Foreman

 

 

 

 

Aveva chiuso la sua carriera da dilettante nel 1969, con 63 vittorie su 67 incontri disputati. In bacheca anche 2 convocazioni in azzurro per i meeting internazionali in Olanda e in Svizzera, prima di prendere parte al ritiro preolimpico di Rimini, organizzato dalla Federboxe in vista della spedizione messicana. Dante Lazzari non ottenne il pass per Città del Messico, ma quella chiamata fu comunque un buon biglietto da visita, quando l’anno seguente passò al professionismo.

Era stato lo sparring partner di Nino Benvenuti, quando il campione triestino era ancora il numero uno al mondo dei Pesi Medi. Facevano parte entrambi della Scuderia Amaduzzi-Totip e fu proprio il procuratore bolognese a proporgli un buon ingaggio per andare a combattere nel cuore dell’Africa Nera.

Il 30 ottobre 1974, si disputò nello Zaire il famoso match tra Cassius Clay (conosciuto ormai come Mohammed Alì) e George Foreman, quello che la stampa di tutto il mondo aveva definito “l’Incontro del Secolo”. Mentre si consumava l’attesa per questo scontro tra giganti, continuamente rinviato per più di un mese, le luci della magica notte di Kinshasa si accesero anche per il nostro Lazzari, protagonista del sotto-clou mondiale.

Dovette combattere contro Màmba, un incontro perso in partenza, essendo l’avversario un famigliare del dittatore Mobutu. I due, Lazzari e Màmba, si ritrovarono qualche mese dopo per la rivincita e questa volta, benché l’africano avesse detto durante le operazioni di peso che l’avversario non avrebbe avuto scampo e sarebbe andato KO prima del limite, la vittoria non sfuggì al pugile molinellese.

 

 

Disputò ancora qualche match, poi Lazzari decise di scendere dal ring, chiudendo onorevolmente la sua carriera contro lo slavo Mate Parlov nel 1975, prossimo detentore della corona mondiale. Benché sconfitto ai punti, il match gli regalò il primato molinellese della diretta Rai (telecronista Franco Rosi), che mai, fino a quel momento, si era scomodata per un nostro atleta.

Alla fine, il bilancio fu di 33 vittorie in 48 incontri da professionista.

Sceso dal ring, Dante Lazzari seguì dall’angolo il fratello Gabriele (anch’egli pugile di buon livello con alcune presenze in Nazionale) e intanto cominciò ad insegnare i segreti della “noble art” ai ragazzini di Molinella che frequentavano la Palestra della Boxe aperta nel 1974 alla Torretta. Giuliano Tugnoli fu il primo presidente della Sezione Boxe della Polisportiva, di cui lui, Dante Lazzari, era “l’allenatore e il primo dirigente”. Tra i suoi allievi, Manfrin e Viola: il primo morì molto giovane in un incidente stradale e gli venne intitolato il memorial; il secondo indossò la maglia della nazionale militare e diventò, a sua volta, un valido istruttore. Tra le scoperte di Lazzari, ricordiamo ancora i fratelli Ansaloni (Cristian è il padre del ciclista Emanuele), Bertuzzi, che nel 1999 ha vinto il titolo italiano Novizi (categoria super-massimi), e Calori, il quale, dopo una bella carriera tra i dilettanti, ha ottenuto la licenza da professionista, primo pugile molinellese dai tempi dei fratelli Lazzari a tentare l’avventura tra i “grandi” (…)

 

 

   

 

 

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