Cinquant'anni...alla Nutella. Molinella di cioccolata

 

(a.m.) La Pasqua, tra le altre cose, è anche il trionfo delle uova di cioccolato. E allora, a proposito di cioccolato, come dimenticare che esattamente 50 anni fa, il 20 aprile 1964, usciva dagli Stabilimenti Ferrero di Alba il primo vasetto di Nutella.

 

   

Nutella nasce come dolce dei poveri nel pieno dei favolosi anni ‘60. Ma, in poco tempo, mezzo mondo si accorge di non poterne più fare a meno. La Nutella diventa così un fenomeno sociale che non conosce declino. Lo slogan commerciale che l'accompagna da anni - “Che mondo sarebbe senza Nutella?” - pare studiato apposta per suggerire l'idea che non si può proprio vivere senza.

 

Nutella Story

La storia di questo successo planetario inizia in una pasticceria di via Rattazzi, ad Alba, nel mezzo della Seconda guerra mondiale. Qui l'imprenditore cuneese Pietro Ferrero allestisce un laboratorio dolciario, dove sperimenta ricette innovative per l'epoca, facendo spesso di necessità virtù. Nello specifico, la pesante tassazione sull'importazione dei semi di cacao lo costringe a cercare un ingrediente da associare al cacao, facilmente reperibile e dal costo contenuto.

 

Di qui l'intuizione di utilizzare le nocciole, prodotto tipico delle Langhe, dalle quali riesce a ricavare una crema che commercializza con il nome di Giandujot, in omaggio alla nota maschera del carnevale piemontese. Venduta in blocchi da taglio, avvolti in carta stagnola, la speciale pasta incontra il favore della clientela, specialmente di quella meno abbiente come ad esempio i contadini, che per il suo valore energetico la reputano una colazione efficace per affrontare la giornata lavorativa.

 

In poco tempo la popolarità del Giandujot e le sempre più crescenti richieste delle altre pasticcerie spingono Ferrero ad abbandonare la semplice dimensione artigianale, dando vita nel 1946 a una vera e propria azienda che ancora oggi porta il suo nome. L'eredità di Pietro viene raccolta dal figlio Michele Ferrero che nel 1951 trasforma la ricetta del padre nella Supercrema, venduta in grandi barattoli. Dodici anni più tardi ne rivede la formula scoprendo quel gusto inconfondibile che resterà immutato per sempre.

 

Il nome Supercrema lo convince poco e per lanciare il nuovo prodotto studia un nome più accattivante. Partendo dall'elemento cardine, la nocciola, prende la traduzione inglese nut e la unisce con il suffisso -ella, che dà l'idea di una crema densa e vellutata, da gustare spalmata su una fetta di pane. Quest'ultima immagine viene integrata nel logo (tuttora invariato) sotto la scritta nutella, con la caratteristica "n" di colore nero e il resto della parola scritta in rosso.

 

Confezionato nei classici bicchieri kristal, il primo prodotto esce dalla fabbrica di Alba il 20 aprile del 1964. L'anno successivo conquista il mercato tedesco e prima della fine degli anni Sessanta attraversa l'oceano per approdare negli Stati Uniti d'America. L'indimenticabile spot di Carosello nel 1967, costruito sulla serie animata del "gigante amico", spalanca alla Nutella la quotidianità di milioni di bambini. Da quel momento la crema di cioccolato e nocciole ipoteca l'ora della merenda dei giovanissimi e non solo

   

Nei successivi decenni si conferma come fenomeno di costume, entrando a pieno titolo nel dizionario italiano (nel 1995 il Devoto-Oli la inserisce tra i suoi lemmi) e nella forma parlata come sinonimo di crema di cioccolato. Dotata come la Coca-Cola di un ingrediente segreto, la Nutella è il prodotto di punta della filiera di prodotti Ferrero, di cui rappresenta il 15 per cento delle vendite in tutto il mondo. Le stime più recenti indicano una produzione annua di 2 milioni di quintali e a consumarne di più sarebbero i cittadini del Lussemburgo, con una media pro capite di un chilo all'anno; in Italia la media è di 800 grammi a testa.

 

   

 

Nutella nutellae, la declinazione del gusto

Dal cinema alla letteratura, in tanti hanno reso omaggio alla Nutella quale eccellenza del made in Italy e simbolo intergenerazionale di “puro piacere”. Famosa è la scena del film Bianca di Nanni Moretti, in cui il protagonista Michele Apicella, alter ego del regista-attore, affoga l'ansia in un enorme barattolo di Nutella, alto circa 1 metro, predisposto proprio in funzione del set. Nutella appartiene al linguaggio quotidiano ed è stata oggetto di studi sociologici. Su di essa sono stati scritti diversi saggi di costume. Ne ricordiamo uno, in particolare: Nutella un mito italiano del giornalista Gigi Padovani (Rizzoli, 2004). Nutella Nutellae è il titolo di un libro umoristico di Riccardo Cassini del 1995. “Se la cioccolata svizzera è di destra, la Nutella è ancora di sinistra” cantava Giorgio Gaber nella sua celebre Destra/Sinistra. E Ivan Graziani le dedicò un'intera canzone, a metà strada tra l'elogio incondizionato, con alcuni consigli su come gustarla meglio, e una serie di metafore a sfondo sessuale, derivate dal diffuso binomio cibo-sesso. La canzone, che il cantautore abruzzese interpreta insieme a Renato Zero, si intitola Lanutella di tua sorella ed è inserita nell'album Fragili Fiori del 1996.

 

Il campionato mondiale dei mangiatori di Nutella

Alberto Tomba, in un'intervista a Panorama del gennaio 1995, ha confidato: “Quando dovevo dimagrire prendevo il Weetabix (un prodotto dietetico, NdR), ma di nascosto lo spalmavo di Nutella”. Intervistato nel 2012 da BudrioNext, alla domanda Se tu non avessi fatto il nuotatore, cosa avresti fatto?”, Marco Orsi ha risposto: “Mah, sicuramente il mangiatore di Nutella, ne vado matto. La mangio, poca, ma non me ne privo e quando sgarro è mia mamma la prima a riprendermi”. Chi lo conosce è sicuro che, come mangiatore di Nutella, Marco non farebbe fatica ad aggiudicarsi il titolo di campione del mondo. La sfida da guinnes, nella quale si cimentano i nuotatori in perenne debito energetico, consisterebbe nel vuotare un vasetto di Nutella in sole quattro cucchiaiate e nel minor tempo possibile. Roba da specialisti, perché, di solito, alla terza cucchiaiata uno si è già “impalugato” e non riesce neanche più a deglutire. Tomba e Orsi: due campioni bolognesi di epoche diverse, due simboli della città che ama il piacere e la trasgressione anche al gusto di cioccolata.

 

Molinella di cioccolata

 

 

(In bottega da Pipetto Martelli, 1963: dietro il vetro, in basso, il grande barattolo di Supercrema Ferrero, l’antenata della Nutella)

 

Vedo gli amici ballare, ma tu non sei qui con me. Ho diciott’anni e, a dire il vero, i soli amici che al momento attenuano le mie pene amorose sono due. Uno è Fred Bongusto, che dal tono della voce deve patire come me. L’altro amico è questo vasetto con l’etichetta bianca e rossa. L’hanno appena messo in commercio, ci affondo il cucchiaio e spalmo Nutella sulla mia delusione, generose cucchiaiate di questo prezioso rimedio cremoso. Sentore di nocciola (ci affondo anche il naso e inspiro dolcezza) e di gianduia. Le Langhe, il Piemonte, Torino, la mia Juve. Gloria a Monsù Ferrero! Gli perdono perfino la fede granata, se penso alla sua invenzione, forse voluta o forse casuale, come succede spesso a chi sperimenta.

Ci avviamo appunto alla metà dei favolosi “sessanta”, quando l’estate induce a scoprirsi. Lo farà probabilmente, ma in altra sede, anche il signor Zandi, che vanta (o millanta?) fama di seduttore. Si è palesato al Bar Centrale in completo bianco, il tessuto di lino si increspa, come deve, sui pantaloni. Con quei baffetti arditi e quel sigarone ha l’aria di chi intrattiene amicizie equivoche con l’Avana. Saluta tutti, si siede a un tavolino, aspetta, dice, una signora che gli ha annunciato il suo arrivo da lì a qualche minuto. L’intuizione, fulminea, è di Guido il barista. Gli basta un’occhiata per trovare all’istante i complici del “blitz”. Giacomo si avvicina al redivivo Rodolfo Valentino, lo invita ad alzarsi per ammirarne l’eleganza; Athos, alle sue spalle, spalma la sedia con quel nettare marrone, il signor Zandi si risiede, appagato, se pure ne avesse bisogno, dai complimenti appena ricevuti. E’ stato di parola, la signora attesa. Entra disinvolta come una diva del cinema, indossando un tailleur marrone attillato che ne mette in risalto le forme. Il signor Zandi si alza di scatto e le va incontro in un tripudio di ormoni. Si abbracciano con stile sobrio, l’inquietante macchia marrone che gli colora il sedere fa “pendant” col bel vestito della signora che ha di fronte e soprattutto mette a dura prova la compostezza degli amici alle sue spalle. I due si scambiano un bacio sulla guancia, salutano ammiccanti e poi escono, si perdono nella sera e vanno verso tenere, immaginabili effusioni. Nella rappresentazione della Tenerezza, la Nutella è l’insostituibile protagonista. capace di lenire affanni o, duttile compagna di bischerate, alimentare l’ilarità e i sorrisi. (Sandro Bertocchi)

 

 

 

 

 

 

   

 

 

PROSSIMI APPUNTAMENTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

tutto lo sport

Notizie del giorno


ANIMALI DAL MONDO / 97

Bobi ha messo le ali. E’ morto in Portogallo il cane più vecchio del mondo

                      [Apri]

                [Precedenti]