Il 26 febbraio ha chiuso i battenti il bar Claudio&Marco. Lo storico locale del centro riaprirà tra qualche tempo con una nuova gestione, completamente rinnovato. Testimone di oltre un secolo di storia del nostro paese, quando ancora si chiamava Locanda-Trattoria da Magazzardi, è stato, in qualche modo, il primo bar sport di Molinella. Raccontano che “il rito della partita cominciava alla domenica mattina, con i zugadùr

che uscivano di casa già in tenuta da gioco, esibendo la maglia rossoblu con orgoglio, sotto la giacca o il paltò. E così conciati andavano in giro per piazza e se ne stavano al caffè da Magazzardi, fino all’ora della gara…”.

Per restare alla cronaca sportiva, nell'aprile del 1930, sotto il portico di quello che nel frattempo era già diventato l'Albergo Massarenti, fu aggredito l’arbitro della partita Molinella-Portomaggiore. L’episodio ebbe vasta eco sulla stampa nazionale. Ecco come si svolsero i fatti:

Il 1930 è ricordato anche per “il feroce pestaggio dell’arbitro Giovanni Galeati ad opera del noto tifoso Walter Bianchi detto Barilén”. Motivo del contendere: il rigore concesso alla Portuense, quando mancava meno di un minuto al termine e le squadre erano ancora inchiodate sul risultato di parità. Compiuto il misfatto “che regalava il vantaggio agli ospiti”, l’arbitro - come riferisce il cronista del Carlino - anziché dirigersi verso il centro del campo per la ripresa del gioco, guadagnò precipitosamente la baracca degli spogliatoi, “mentre nell’arena si scatenava il putiferio”. Qui entra in scena il famoso Barilén, il quale era stato un ringhioso terzino del Molinella ai tempi eroici dell’Ulic e aveva evidentemente i suoi buoni motivi per sospettare la malafede del direttore di gara, che lavorava in Ferrovia proprio a Portomaggiore. “In quella bolgia indescrivibile”, lasciò il suo posto di “guardiano-stracciabiglietti” all’ingresso del campo e corse in piazza, seguito da un codazzo di bambini, che avevano intuito l’epilogo della vicenda. Deciso a farsi giustizia da solo, si appostò sotto il portico del Bar Claudio e Marco, dov’era allora l’Albergo Massarenti, e attese nell’ombra l’arrivo dell’uomo in giacchetta nera, che sopraggiunse di lì a poco, accompagnato in auto dal Podestà. “Il Balboni sapeva, infatti, che l’arbitro sarebbe passato dall’Albergo per ritirare la sua valigia”. Quando Galeati fu sulla porta, Barilén lo colpì con un pugno alla nuca (qualcuno dice con una grossa pietra), lasciandolo mezzo morto sul marciapiede. “Il fattaccio del 23 aprile” ebbe una vasta eco anche sulla stampa nazionale: “Molinellesi, solite teste calde”, titolò un giornale. Il Podestà dichiarò che si sarebbe personalmente adoperato presso le superiori autorità, perchè fosse ritirata la tessera a Giovanni Galeati, destinato invece a diventare uno dei più grandi arbitri internazionali”.

(da “Quando corre il 90°”, di Andrea Martelli; 2001)

 

fumetto

Botte all'arbitro Galeati: sul “fattaccio di Molinella” si sbizzarrisce la fantasia del vignettista del Calcio Illustrato.

 

uliciani

Nel 1935, cinque anni dopo “il fattaccio di Molinella”, Giovanni Galeati da Castelbolognese (1901-1959), diresse la sua prima partita in Serie A (alla fine della carriera saranno 253). Nel 1939 debuttò sulla scena internazionale; rappresentò l’Italia ai mondiali del 1950. 

 

bar

LOCANDA-TRATTORIA DA MAGAZZARDI

ALBERGO MASSARENTI

CAFFE’ TABACCHERIA MAGGIORANA

CAFFE’ MAIANI

BAR TABACCHERIA GIORDANI …

BAR CLAUDIO & MARCO

 

UN LOCALE CHE HA FATTO LA STORIA DI MOLINELLA

 

Le prime notizie del locale risalgono al 1887. Scrive il dottor Tullio Calori (Un mondo che scompare) che “la trattoria da Magazzardi, situata nella piazza centrale del paese, di fianco al vecchio municipio, era particolarmente rinomata per la carne in umido e per il buon vino”. Dicono ancora le cronache tra '800 e '900 che “l'osteria trattoria salsamenteria e rivendita coloniali da Magazzardi era frequentata abitualmente da repubblicani-mazziniani ed ex garibaldini, tra cui un certo Sandrén, che vi aveva preso stabile dimora”. Il leader socialista Leonida Bissolati si fermò qui a pranzo nell'autunno del 1908, “con largo seguito di commensali”. In una foto di Arturo Banzi, pubblicata da Andrea Martelli (“Tanti saluti dal secolo scorso, pag. 71) e databile intorno al 1910, si vede la facciata esterna del locale, con molta gente in posa. La Trattoria-Locanda da Magazzardi ebbe un momento di involontaria pubblicità il 17 maggio del 1914, “quando – come racconta il cronista del Resto del Carlino - la processione con l'immagine della B.V. del Rosario, al rientro dal tradizionale giro per le campagne nel giorno delle Rogazioni, giunta davanti a Magazzardi fu fatta segno a fischi, lancio di sassi, urla di scherno e inni sovversivi”. Da quel momento, per evitare incidenti, non si tenne più alcuna processione fino al 1922. Il locale, divenuto poi Albergo Massarenti, tornò al centro delle cronache il 23 aprile 1930, quando fu teatro della “feroce aggressione all'arbitro Galeati” da parte di un tifoso. Nel 1937, il locale fu quindi trasformato in un caffè-tabaccheria, gestito per quasi trent'anni dalla famiglia di Bruno Maggiorana, che conserva tuttora la proprietà del locale. Nel 1964 subentrò nella gestione del bar Rino Maiani e successivamente, dal 1973, Uber Giordani, gestore anche della tabaccheria. Nell'estate del 1982, senza più lo spaccio dei tabacchi, il locale assunse l'attuale denominazione di“Bar Claudio & Marco”.

 

 

 

 

   

 

 

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