Luigi Marzocchi, un molinellese da EXPO. Premiato all'Esposizione Universale di Parigi 1937

 

 

Si è aperto il 1° maggio a Milano l'Expo 2015. A partire dall'edizione di Londra 1851, questa è la 34^ Esposizione Universale, la 3^ che si tiene in Italia. Per saperne di più sulle 34 edizione dell'Expo, cliccaqui: http://www.ansa.it/canale_expo2015/notizie/milano_2015/storia.html

 

Scorrendo l'elenco delle precedenti edizioni, ci soffermiamo su Parigi 1937, che celebrò tra l'altro anche il genio di un molinellese: Luigi Marzocchi, fratello maggiore di Gino, pittore di fama. Da Vite di Molinellesi illustri, ecco la sua storia.

 

  

Cartolina - Parigi Expo 1937; a destra Luigi Marzocchi (ritratto del fratello Gino)

 

Problemi igienici e commerciali risolti da un inventore milanese”. Con questo titolo, Il Popolo d’Italia del 27 ottobre 1934 dava grande risalto “a due recenti brevetti di portata vastissima nel campo farmaceutico e industriale”. Si trattava della “macchina infialettatrice che serve per il taglio, riempimento dosato e saldatura delle fiale per iniezioni ipodermiche”, già commercializzata dalla Wassermann, che ne aveva da poco acquistato il brevetto, e della “capsula di protezione a chiusura ermetica per recipienti, consistente in una capsula di alluminio con orletto merlato che abbraccia il collo della bottiglia, sul quale si fa pressione per l’apertura”.

L’inventore della macchina infialettatrice e della capsula di protezione per recipienti “che gli ha meritato il Premio Brambilla”, era Luigi Marzocchi, secondo il giornale “un romagnolo arrivato parecchi anni fa a Milano”.

Si trattava, in realtà, del fratello maggiore di Gino Marzocchi, noto pittore molinellese, il quale, in un'intervista, ricordava che Luigi aveva lasciato il nostro paese dopo la guerra del '15, “a ciò beffardamente consigliato da Massarenti, che gli aveva detto di andare a spendere altrove il suo genio, che qui a Molinella sarebbe stato sicuramente sprecato”. Nel 1919, Luigi Marzocchi si era quindi trasferito a Milano per mettere a frutto le sue conoscenze e iniziare un nuovo lavoro.

I suoi primi brevetti nel campo delle macchine agricole risalivano al 1910, a seguito di prove e collaudi effettuati nell’officina del padre. E' di quel periodo l'invenzione del “cilindro decanapulatore per la lavorazione della canapa”. Durante il primo conflitto mondiale, Marzocchi si distinse come fotografo militare: realizzò per il Comando Supremo fotografie di straordinaria importanza per l'esito delle operazioni, utilizzando a tal fine un “apparecchio per la visione tridimensionale” da lui stesso ideato.

Nel novero degli inventori molinellesi - diceva bene qualcuno - Marzocchi viene dopo Zavaglia e prima di Nobili, in senso temporale, si capisce”. Come gli altri due, spaziò in tutti i campi della tecnica. Brevettò macchine tessili, una macchina per la registrazione magnetica dei suoni, una stampatrice per fiale, uno speciale apparecchio per dosature di precisione dei medicinali e molti anni più tardi, nel 1950, la prima flaconatrice con garanzia di sterilità. Le maggiori case farmaceutiche del mondo fecero a gara per assicurarsi i suoi brevetti.

Per queste invenzioni ottenne prestigiosi riconoscimenti internazionali. Nel 1934 vinse la Medaglia d'Oro alla Fiera di Milano, nel 1937 ilGran Prix de l'Exposition Universelle des Arts et des Techniques dans la Vie Moderne che si tenne quell'anno a Parigi, dal 25 maggio al 25 novembre.

 

  

 Medaille - Paris 1937

 

Breve parentesi di carattere calcistico: mentre il molinellese Luigi Marzocchi riscuoteva consensi e ammirazione per le sue invenzioni, il Bologna guidato da Arpad Weisz si aggiudicava il Torneo dell'Esposizione di Parigi, organizzato per l'occasione: battendo in finale il Chelsea per 4-1 (primo club a riuscire nell'impresa di battere una squadra inglese), i rossoblu guadagnarono la fama di “squadrone che tremare il mondo fa”. Autore del quarto gol fu l'ala destra Busoni, che tre anni più tardi ritroveremo al centro dell'attacco del Molinella in Serie B.

 

Tornando a Luigi Marzocchi, il nostro concittadino ottenne anche il Certificato di Higt Appreciation alla Fiera Internazionale di New York e qualche anno più tardi, a Crescenzago e poi a Cernusco sul Naviglio, fondò due grandi stabilimenti in cui “produceva direttamente i prodotti del suo ingegno”. Al contrario del fratello, però, Luigi non amava sentirsi dire che era un genio. “Non sono neppure ingegnere – disse una volta in un'intervista - il che non vuol dire che io appartenga alla categoria dei cosiddetti praticoni. Io non ho inventato nulla, io sono solo un tecnico, che mette a profitto i suoi studi, le sue ricerche e le sue personali attitudini per fare cose nuove, pratiche e utili, soprattutto”.

E a Milano, la città che l'aveva accolto da ragazzo e gli aveva permesso di realizzare i suoi sogni, Luigi Marzocchi è morto nel 1970.

 

Luigi Marzocchi: Molinella, 3 agosto 1888-Milano, 16 settembre 1970

Andrea Martelli; Vite di molinellesi illustri (La Compagnia del Caffè, 2012)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

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