Il Premio Pirro e il recupero di una tradizione antica

 

Si deve al Caffè (che all'epoca si chiamava ancora Omnibus) e all'Unione Sportiva Reno il recupero, 25 anni fa, di una tradizione che era andata perduta. Tutto (ri)cominciò col Premio Pirro.

 

 

Carlo Forlani, presidente Cassa Rurale, don Fuschini con la targa del Carlino, Antonio con Sara e Andrea Binelli,
proprietari di Lola, vincitrice del 1° premio (Campetto Parrocchiale, 28 settembre 1991)

 

 

L’usanza di far benedire gli animali domestici il giorno di Sant’Antonio Abate, è una tradizione molto antica, tipica delle civiltà contadine com’era la nostra fino agli anni ’50 del secolo scorso. Il 17 gennaio era un giorno di festa grande: segnava la graduale ripresa delle attività nei campi, dopo il letargo invernale, cominciato in novembre, per San Martino, quando le bestie e gli attrezzi, come si diceva una volta, “venivano messi a riposare”.

I primi segnali di un cambiamento che nei 100 anni successivi avrebbe letteralmente cancellato dal calendario usanze millenarie e sconvolto i tranquilli ritmi di vita, cominciarono a manifestarsi, almeno a Molinella, verso la metà dell’800. Il parroco di allora, il vecchio don Andrea Contri, tuonò dal pulpito contro alcune famiglie del molinellese che “in spregio a Santa Madre Chiesa” avevano negato al signor curato le primizie, rifiutandosi perfino di far benedire le bestie nelle stalle per Sant’Antonio. Ma fu don Vittorio Gardini a certificare nel gennaio del 1959 la fine di un’epoca. “Quest’anno – scriveva sul diario della parrocchia – per la prima volta dopo tanti anni non andrò a benedire le stalle. Nessuno mi ha chiamato …”.

A richiamare gli animali al centro della piazza 32 anni dopo, restituendo loro almeno per un giorno la regale dignità di cui in altri tempi avevano goduto, fu il Premio Pirro, che il Carlino del 30 settembre 1991 presentava così: Curiosa e singolare manifestazione il ‘Premio Pirro’, organizzato da Reno-Italia Csi col patrocinio del nostro giornale, che si è svolto sabato 28 presso la parrocchia di Molinella. La festa dei cani di tutte le razze e misure, accompagnati dai loro padroni alla presenza di Don Francesco Fuschini, prete scrittore romagnolo, ha voluto dare il proprio contributo alla causa degli animali abbandonati. Il premio Pirro, consegnato dallo stesso Don Fuschini, è andato alla cagnetta Lola (che cammina con due zampe) di Sara Binelli; la coppa Cassa Rurale per la migliore fotografia a Danko di Giacomo Zambelli, mentre il trofeo “Omnibus-Pagina Sport di Molinella” (l’antenato del Caffè, NdR) ha premiato Briciola di proprietà di Massimo Paderni, capace di palleggiare e correre con la palla tra i piedi come un perfetto calciatore”.

 

 

Un cane in Paradiso: don Fuschini & Pirro

 

 

In quel 1991, don Francesco Fuschini (San Biagio d’Argenta,1914 – Ravenna, 2006) era una delle firme più apprezzate del Carlino. E non c’era lettore del giornale bolognese che non avesse conosciuto Pirro, “il cane del prete”, che “aveva la sua cuccia in Terza Pagina”, luogo solitamente frequentato da giganti della cultura italiana come Carducci e Bacchelli, Prezzolini, Biagi, Arcangeli, Spadolini e tanti altri ancora. Giorgina, la giornalaia, diceva che molta gente comprava il Carlino la domenica solo per leggere don Fuschini. La mattina del 8 dicembre, i molinellesi scoprirono (non senza un po’ di orgoglio campanilistico) che don Fuschini aveva scelto quella tribuna così prestigiosa per fare pubblicità a Molinella e dire alla sua maniera che “da oggi è intitolato a Pirro il Premio Nobel dei cani”.

 

Uno spot pubblicitario in grande stile che diede a Molinella e al Premio Pirro una risonanza nazionale. Protagonisti della prima edizione erano stati soltanto i cani, ma tanto bastò a riaccendere la fiammella del ricordo, quando gli animali erano davvero i nostri compagni di viaggio. A partire dal 17 gennaio 1992, il premio, che ebbe tuttavia una vita breve e si esaurì nei due anni successivi, trovò la sua definitiva collocazione nel giorno di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. “Se il prete non va più da loro, sono loro, gli animali, a venire adesso dal prete” disse il parroco don Carlo Federici, inaugurando di nuovo, dopo tanti anni, una tradizione che dura tuttora.

 

La festa dei cani diventò così la festa di tutti gli animali domestici, che nel cortile della parrocchia tornarono a ricevere la benedizione secondo la formula antica: “Dà, o Signore, la tua benedizione a queste creature che sono in mezzo a noi a gloria del Tuo nome, per la nostra e la loro gioia. L’uomo le rispetti e ne abbia cura, riconoscendo in loro la traccia della Tua infinita sapienza”.

 

Qui sotto, l'articolo di don Francesco Fuschini (dal Resto del Carlino, 8 dicembre 1991):

 

 

 

 

   

 

 

PROSSIMI APPUNTAMENTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

tutto lo sport

Notizie del giorno


ANIMALI DAL MONDO / 97

Bobi ha messo le ali. E’ morto in Portogallo il cane più vecchio del mondo

                      [Apri]

                [Precedenti]