VI RICORDATE QUEL GOL DI BONETTI CHE GELO' IL CABASSI ?!bonetti

Non bastava il Sassuolo, neo promosso in Serie A, a spargere sale sulle nostre ferite. Ora ci si mette anche il Carpi a suscitare dolorosi confronti: ieri ha vinto la doppia finale playoff col Lecce e così l'anno prossimo giocherà in Serie B. >>



Proprio a Carpi, campionato di Serie D 1977-78, il Molinella ha scritto una delle pagine più memorabili della sua storia recente.

Quando tutto sembrava perduto, all'ultimo minuto dell'ultima partita della stagione, i l terzino Bonetti calciò di controbalzo da più di 30 metri e infilò il sette.

Era “il tiro della disperazione” che ci regalò una salvezza insperata.



Pubblichiamo qui di seguito il racconto di quella rocambolesca partita in un articolo di Mario Zentrell per il Domani di Molinella.

PASSA IL MOLINELLA

BOATO AL CABASSI

Gli eroi di Carpi esaltano un magnifico grande pubblico
Cronaca di una grigia piovosa giornata … radiosa di sole



Molinella è deserta. Attraversiamo in piazza tirando su il bavero. Tu prendi un cappuccino o un caffè? Spingo la porta a vetri di Arduino. No, una camomilla, sono già abbastanza nervoso. Che ora sono? Le nove. Una signora intinge una pasta nel latte e la sorbisce golosamente. Beata lei: ho lo stomaco chiuso: se continuo così addio i cappelletti e lo zampone di Fini. Che strada facciamo? Hai guardato la carta? Bentivoglio, Castelmaggiore, Argelato, S. Giovanni, Bomporto, Ravarino… Ma Tonino dice è più corta per … Dai, partiamo.

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Domenica 21. Comincia così la “trasferta” dei tifosi a Carpi al seguito dei rossoblu. E’ una giornata da lupi. La primavera sguazza in pozzanghere quasi autunnali e l’automobile procede squacquerando. Noi stiamo sui sedili coi posteriori un po’ sacrificati per far spazio all’asta del bandierone rossoblu (si spezzerà prima di arrivare allo Stadio). Gioca Sintini? Han detto di sì. Ma il piede? Han detto che è a posto. E qual è la formazione? Giovanni snocciola il rosario. Era meglio far giocare anche Fruggeri, tanto perso per perso, 3 punte. Macchè ci basta un pari, bisogna stare coperti. E se invece non basta? Tutte le ansie di otto mesi sofferti stanno accumulati nei dintorni delle coronarie. Dopo 23 partite tutto si concluderà fra qualche ora e non c’è verso di fare un pronostico degno di essere accettato. Partiamo pieni di una speranza che galleggia su timore. Porco mondo però sarebbe ingiusta. Ma come si è fatto a perdere col Sassuolo in casa? Mazzi non capisce niente, con due punti in più eravamo tranquilli. Mazzi ha salvato la baracca, se non c’era lui eravamo già retrocessi.
Gnic, gnac, i tergicristalli strapazzano l’acqua sui vetri. Chissà se Calori a quest’ora ha già preso le pillole. Ecco Bomporto, Sorbara: apro il finestrino, ma non si sente odore di lambrusco. Una bionda attraversa la strada di corsa e la gonna svolazza in alto … molto in alto … scoprendo gli argomenti. Commenti. Per un po’ il soggetto della conversazione non è il calcio. Ma poi … E’ vero che Gamberini non gioca? Dio ce la mandi buona. Ci manderà Cocchi.

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Tre e mezzo del pomeriggio. Carpi non ha più segreti per noi. Abbiamo preso l’amaro al bar chic sulla piazza principale: due tornature d’asfalto e ciottoloni. Franco spiegazza un giornale con la cronaca locale che reca l’invito a tutto il “popolo” a recarsi allo Stadio per festeggiare la vittoria del Carpi in un tripudio di premiazioni, palloncini, ect. La cosa ci fa stringere il cagnarino che s’era così ben rilassato col brodo caldo, cotechino e purè. Ma come, ci fanno la festa prima di cominciare? Beati loro e noi che dobbiamo ancora trepidare. Basta, andiamo. Lungo le strade, umide incontriamo drappelli frettolosi e stracci variopinti arrotolati. Tutti convergono verso un punto ignoto. Mi viene in mente che forse andiamo ad una adunata di popolo per una qualche insurrezione.

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Quattro cucuzze per una tribuna laterale: il Cabassi (chi era costui?) si fa rispettare e … pagare. Superiamo 5 controlli e finalmente sbuchiamo nell’anfiteatro: un anello tetro di cemento tipo muraglia carceraria avvolge il terreno di gioco. Le curve sterminate sembrano una arena che aspetta i leoni. Arriveranno.

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Qui Nando Martellini che vi parla dallo Stadio “Cabassi” di Carpi dove stanno per incontrarsi le compagini del Molinella e del Carpi già matematicamente promossa alla C2. Il presidente della squadra locale sta premiando i giocatori che hanno portato i colori carpigiani ai vertici della classifica, poi premiamo il direttore sportivo, i dirigenti, le squadre giovanili, l’allenatore, il massaggiatore, il custode, il bigliettaio, l’autista, lo stracciabiglietti, lo spazzino, sua moglie. C’è mancato poco che premiassero anche arbitri e segnalinee.

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Finalmente alle 16,20 si comincia, con quasi una mezzora di ritardo, a far sul serio. Entra il Molinella e la tribuna destra esplode. Ragazzi che fremito!! E’ come giocare in casa. Svolazzano al vento i colori rossoblu. Ci sono tutti: gli ultrà della Stazione, i chiosatori di Arduino, i panzer del Bar Sport, i senzasonno del Morfeo, le ragazzotte (belle ciò) dell’Andy Capp (e anche i ragazzoli), i supporters dell’Enal e quelli di Marmorta, S.Pietro, Selva, Guarda e S. Martino. Forza Molinellaaaa!

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Il “nero” fischia, Titic e titoc. Non ce la caviamo male, forse ce la facciamo. Hai visto i palloncini del Carpi? Quando gli han mollato non si sono alzati: vedrai che gli porterà sfortuna … Mauro s’attacca: E fortuna a noi!
Sintini salticchia, Saioni sale in cattedra e allora lo rompono. Le orde carpigiane non si preoccupano. Terremo? La nostra speranza continua. Arbitro cornuto. Intervallo. Arrivano i risultati degli altri campi. Ci sono favorevoli.

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Secondo round. La curva incita i beniamini di casa. Ma ecco d’improvviso con guizzo Maini colpisce la sfera che vola nell’aria umida e incoccia deliziosamente nelle maglie della rete avversaria. Il portiere carpigiano resta di sale mentre il gelo attanaglia i padroni di casa. Un mucchio selvaggio di maglie rossoblu s’accumula, s’attorciglia, freme, rotola per il campo sobbalzando: sotto c’è Maini. Delirio sugli spalti: da una parte sola, la nostra s’intende. Ma adesso è peggio di prima. Anche se sforiamo il raddoppio.

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Il Pesaro perde. I modenesi punti sul vivo partono a testa bassa. Innocenti cuce, Fruggeri ricama, ma i fili si spezzano. Saioni finge di essere quello di prima. Checcone picchia di crapa, ma trema nei piedi. Cocchi schiaffeggia, ci mette una pezza, poi la valanga carpigiana travolge, (in fuori gioco?) irrompe e pareggia. Due! Due gridano gli altri ebbri. Trecento mani rossoblu estraggono una sigaretta in silenzio. Da capo. Forse ce la facciamo a mantenere il pari. Ma il Carpi non è pago. Stringiamo i denti. Pim, pum, paf. Barricata e rallenta gioco, ma con dignità. In cielo la caligine aumenta, il vento rinforza, piove. Tremiamo avvolti nell’impermeabile, ma non è più per il freddo. La tensione aumenta: dalle gole chiuse non esce più il “forza Molinella”. Il Carpi segna ancora ed è subito sera.

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Il buio è sceso. Mi volto e vedo occhi sbarrati. Bandiere flaccide abbandonate sui polverosi scalini. Sui visi aleggia un color grigio verde. Qualcuno vacilla anche seduto. Il tranquillin e il calmin non funzionano più. Tutti sono serenamente preparati all’infarto. E’ il crollo. Qualcuno fa su le canne (perché non ce la fa più).
Massimo terreo, l’occhio vitreo veleggia fantasma nel grigio: dalla bocca gli esce un fiotto “E’ finita … è finita”.
In campo si muovono nove ombre superstiti in rossoblu. I nervi sono saltati. Urlo a Calori che bisogna finire con dignità, mentre il pubblico carpigiano invade il terreno di gioco gridando e saltando rincorrendo e festeggiando i suoi beniamini. E’ proprio finita per noi. Si incomincia ad uscire a testa bassa, umidi di pioggia e forse di lacrime. Allucinante in campo otto disperazioni, non ancora dome hanno il coraggio di premere.

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D’improvviso, roboante, immenso, fragoroso esplode un boato fantastico: gooool!! Scoppiamo in uno sfavillio colori rossoblu. Si abbracciano i molinellesi sulle tribune, nel parterre. Chi stava per uscire ritorna incredulo, esulta. In campo c’è il finimondo “Ha segnato il Carpi?” chiede il barista dello Stadio Cabassi, uscendo dal retro. Lo prendo per tutte e due le orecchie me lo tiro vicino e gli urlo sul muso: “Ha segnato Bonetti!! Oste della malora”. Strepitoso, incredibile, eccezionale, il Molinella è salvo! Gli eroi in rossoblu non hanno subito l'onta della sconfitta. Se le coronarie hanno tenuto non morirete più d’infarto. Ventricoli e orecchiette sbuffano e pompano in ritmo: Mo-li-nel-la - Mo-li-nel-la.
Massimo scintilla di luce e certamente pensa: “E poi chissà, in serie A ...”. Piove, è ancora più grigio e il vento rinforza, ma noi togliamo l'impermeabile e il berretto, apriamo il colletto della camicia, ci diamo le pacche, ci salutiamo. E' spuntato un sole radioso e caldissimo. Non ci crederete? Non è vero? Lo dite voi: si vede che non eravate a Carpi quel fatidico 21 maggio 1978.

                                                                                                                                             Uno che c'era

(da Il Domani di Molinella, giugno 1978)

 


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