100 anni fa moriva il baritono Agostino Gnaccarini di San Pietro, prima voce in vinile

  

 

Cent'anni fa, l'11 febbraio 1916, moriva il baritono Agostino Gnaccarini, nato a San Pietro Capofiume (o meglio, all'Alberino) nel 1858. Nei giorni del Festival di Sanremo, che per molti anni ha celebrato il trionfo del vinile, è giusto ricordare un nostro concittadino illustre e, purtroppo, poco conosciuto, che fu tra i primi in Italia ad incidere la sua voce su disco.

 

Vieni, o Bianco: lieto è l'Alberino/... Vi canta il nostro amico Gnaccarino”. Sono due versi della poesia scherzosa, con la quale Severino Ferrari cercava di convincere Pascoli, qui soprannominato Bianco, a partecipare alla festa della Madonna della Cintura, che si teneva ogni anno in agosto all'Alberino. Gnaccarino era in realtà Agostino Gnaccarini, baritono di fama, amico e concittadino del nostro poeta. Suo fratello Giulio era genero di Carducci, avendo sposato la figlia di questi, Laura.

 

Gnaccarini fu uno dei primi in Italia a specializzarsi in ruoli wagneriani. Debuttò probabilmente nel 1879 al Teatro Rossi di Pisa nel Barbiere di Siviglia, dando voce al personaggio di Figaro. Cantò nei più grandi teatri italiani: al Regio di Torino nel 1884, al San Carlo di Napoli nel 1886, alla Fenice di Venezia nel 1908. Raccolse applausi a Mosca, a Barcellona, a Madrid, perfino a Rosario e Santa Fé in Argentina, ma non disdegnò di esibirsi anche davanti al pubblico di casa.

Nel 1886 tornò da trionfatore al Teatro Comunale di Alberino, interpretando ancora la parte di Figaro (uno dei suoi cavalli di battaglia) nell'opera di Rossini. Nel suo paese si esibì ancora nel 1891 e nel 1909, al Teatro Sociale di Molinella nel 1886 e nel 1908, raccogliendo sempre “un'ampia messe di consensi”.

 

Si era già ritirato dalle scene, quando le ristrettezze economiche lo costrinsero a mettere in piedi una compagnia di opere comiche, dove Gnaccarini interpretava ruoli cosiddetti buffi. I risultati, stando alla stampa dell'epoca, furono “ben mediocri” e la critica si rammaricò molto della scelta, “considerato il valore dell'artista”.

 

Agostino Gnaccarini è comunque entrato nella storia del melodramma italiano per un'altra ragione: con Giannini (il primo in assoluto nel 1896), Scandiani e Galeffi, il baritono di Alberino fu tra i primi in Italia a registrare un disco a 78 giri. Altri furono tentati di farlo, come la grande diva dell'epoca Angelica Pandolfini, la quale, però, quando si ascoltò in voce si pentì del risultato e fece distruggere tutte le copie del disco.

 

Evidentemente non si pentì il nostro Gnaccarini. Di lui rimane una “splendida esecuzione” della romanza “Come romito fior” dall'Amleto di Mercadante, registrata nel 1903 per conto delle Edizioni Musicali Columbia. Roba rara, roba da collezionisti!

 

LINK / Gnaccarini, la carriera:

http://www.lavoceantica.it/Baritono/Gnaccarini%20Agostino.htm

 

 

 

 

 

 

   

 

 

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