SUB NETTUNO MOLINELLA

Prossime uscite: Le Tegnùe in settembre, Lampedusa a ottobre

 

 


Le Tegnùe di Chioggia (immagine sottomarina)

 

 

Sub Nettuno Molinella comunica il programma delle prossime uscite:

Le Tegnùe di Chioggia, 4-5 settembre

Lampedusa, 1-8 ottobre

 

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Particolarmente interessante l'immersione a Le Tegnùe. Per molti il fondale del Mare Adriatico è una distesa sabbiosa, piatta e monotona, che può ricordare il suolo di un deserto. Ma non molti sanno che proprio poche miglia al largo di Chioggia si trovano le Tegnùe, conformazioni rocciose assolutamente uniche per la struttura e per gli organismi che le abitano. La presenza di queste "scogliere sommerse" era nota già nel 1700, al tempo dell'abate Giuseppe Olivi (il naturalista chioggiotto che per primo le descrisse). Il termine "Tegnùe" deriva proprio dal dialetto locale e significa 'trattenute' e veniva usato dai pescatori per indicare la presenza di queste rocce su cui si impigliavano le reti. Tali strutture sono distribuite principalmente di fronte alle coste del Nord Adriatico, ma è proprio davanti al litorale della città di Chioggia che si trova il complesso di Tegnùe più ampio e importante, in cui sono presenti i raggruppamenti più grandi fino ad ora rinvenuti. La loro origine al momento rimane in parte incerta e oggetto di studio, ma certamente un grosso apporto alla loro formazione è dovuto ad alghe calcaree e invertebrati biocostruttori come i coralli. Per questa ragione le Tegnùe di Chioggia vengono spesso chiamate 'le barriere coralline adriatiche'.

E come le barriere coralline presenti nei mari tropicali, anche le Tegnùe sono un ambiente ricco di vita e biodiversità, caratterizzate da rocce estremamente irregolari, ricche di anfratti, di gallerie e di cavità, usate da moltissimi organismi come riparo, rifugio o nursery. I subacquei che s'immergono per visitare le Tegnùe restano sorpresi per l'enorme biodiversità presente, caratterizzata da organismi animali e vegetali sessili (non in grado di spostarsi) e incrostanti, appariscenti per forme e colori, quali, ad esempio, spugne, anemoni, ascidie coloniali, e di numerose specie di pesci. Per tutte queste caratteristiche e per ciò che rappresentano per il nostro mare Adriatico, le Tegnùe possono essere considerate delle vere e proprie oasi di biodiversità in mezzo ad una distesa sabbiosa apparentemente povera di organismi.

 

 

 

   

 

 

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