Nuoto: storia di Ervin, l'uomo che visse due volte. Io l'ho incontrato

 

Un articolo di Francesco Martelli

 

 

Domenica scorsa, a Bolzano, ho avuto l'occasione di gareggiare contro il campione olimpico dei 50 stile libero, l'americano Anthony Ervin, una leggenda del nuoto mondiale. Lui primo, io ottavo. Per me è stato un onore sfidarlo e, dopo la gara, potergli stringere la mano.

 

Se c'è una storia da film, ideale per una sceneggiatura hollywoodiana in cui l'eroe sprofonda, si rialza e torna in cima al mondo, quella di Anthony Ervin è già scritta.

Nato in California nel 1981 da mamma ebrea e padre afroamericano, Anthony Ervin ha dimostrato fin da giovanissimo la sua passione per il nuoto e il suo talento non ha tardato ad affiorare. A soli 19 anni Anthony diventa il nuotatore più veloce del pianeta, vincendo l'oro nei 50sl alle Olimpiadi di Sidney 2000. Non solo: a quell'età è anche il più giovane campione olimpico della specialità. L'anno dopo, ai Mondiali di Fukuoka, schianta l'olandese volante Peter Van Den Hoogenband nei 50 e nei 100 stile libero. E' il suo grande momento, ma Ervin è inquieto e nel 2003 si ritira dall'attività. Dirà che si sentiva in gabbia: il suo vero sogno era fare il musicista.

Gli anni che seguono sono una lunga discesa verso l'inferno. Vive in alloggi di fortuna, finisce in carcere. Tossicodipendente, senza un soldo in tasca, vittima della depressione, tenta anche il suicidio. Disperato, ferito nel corpo e nell'anima, ma ancora capace di grandi slanci di generosità, mette all'asta su ebay la medaglia d'oro vinta a Sidney e i 17.000 dollari del ricavato li destina alla Croce Rossa Internazionale per aiutare le popolazioni colpite dal terribile tsunami che nel 2004 aveva flagellato le coste del sud-est asiatico. Tra alti e bassi, continua il suo black out, durante il quale si mantiene allenando i bambini di una piscina. Un giorno del 2011 si butta in vasca per una nuotata e ritrova le sensazioni di un tempo. Il suo viaggio al termine della notte è finito. Comincia la risalita. Si qualifica per Londra 2012. Il 5º posto nei 50sl sembra già un miracolo. Ma a Ervin non basta e quattro anni dopo, a Rio 2016, vince ancora i 50 stile libero, diventando, a 35 anni, il nuotatore più vecchio a conquistare un oro olimpico.

 

Chi sta sempre in piedi non avrà mai l'aura di chi cade e si rialza – ha scritto la Gazzetta, alla vigilia del suo arrivo in Italia - Bisogna essere feriti per sentire la gioia della guarigione”.

Chi è il vero Ervin? - gli chiede l'intervistatrice - Quello di prima o quello di adesso?

Tutti e due – risponde - A 19 anni non ero pronto a diventare campione olimpico. Ho cominciato a cambiare allenatori, a non ritrovarmi più. Ho lasciato lo sport. Ne vedevo solo i lati negativi ed ho vissuto la mia vita di mezzo. Voi adesso la criticate. Io dico che senza quella io non sarei quello che sono oggi. Non rinnego nulla del mio passato, anche se so di aver fatto molti errori e fatto soffrire la mia famiglia. Però avevo bisogno di essere libero, di uscire dagli schemi. Non sapevo se ero un uomo o un ragazzo. Se ero cattolico, ebreo o buddista. La mia storia nel nuoto ha riflettuto la mia vita. A Sidney 2000 mi ero perso. A Londra e poi a Rio sono tornato ad essere un uomo. Mi fanno sorridere quelli che al blocchetto di partenza digrignano i denti guardando gli avversari in atto di sfida. Hanno già perso. Per vincere devi cercare solo te stesso e l’umanità che è nel tuo cuore. Solo così puoi puntare in alto...”. (fm)

 

Martelli, Ervin, Rizzoli (Bolzano, 6 novembre)

 

   

 

 

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