Sacchi a Molinella

 Sacchi a Molinella

 

  

 

 

3 Dicembre

Tribuna Facebook

 

 Fotomontaggio

 

Scomode Cronache (con ironia)

 

Tanta gente ieri a Molinella per assistere alla conferenza di Leonardo Bianchetti sul Milan di Sacchi e sul calcio totale. Il Tecnico, ha deliziato la platea con numerosi aneddoti sulla Ford Capri Rossa, alternandoli a sorrisi, qualche tik e racconti di notti di Champions.

Buona cornice di pubblico e bellissima manifestazione organizzata dal Sindaco Mantovani e la sua giunta, per dare la possibilità anche ai più giovani di conoscere un personaggio che da sempre, soprattutto all'estero, ci invidiano.

Con l'umiltà di sempre a fine serata Leonardo ha incontrato i suoi fans, autografando anche alcune copie del nuovo libro di Arrigo Sacchi, ma firmandosi... Arrigo Sacchi.

https://www.facebook.com/scomodecronache2016/?fref=ts

 

L'ASSESSORE ALLO SPORT ANDREA SCALAMBRA

Ieri sera emozioni con Arrigo Sacchi, maestro di CALCIO e di VITA. La sensazione che dopo pochissimo tempo, ci si capisse è sinonimo della trasparenza dell'uomo. Etica del merito, condivisione, intercambiabilità, non per forza muoversi sotto i riflettori, concetti calcistici e di vita.

L'ultimo suo saluto stringendomi forte la mano, prima di lasciare Molinella: "Grazie, mi sono trovato molto bene con Voi". Forse, a presto...

https://www.facebook.com/andrea.scalambra.5?fref=ts

 

IL SINDACO DARIO MANTOVANI

Finalmente Michele Valeriani ha potuto fare le 3 domande che serbava dal 1994. Ora possiamo archiviare i mondiali statunitensi e parlare finalmente di Francia '98.

P.s. Arrigo Sacchi mito vero, non incrinato dal tempo e fermo come 30 anni fa nelle sue convinzioni. Buone nello sport, buone nella vita.

https://www.facebook.com/dario.mantovani.16?fref=ts

 

 

2 Dicembre 


Affollatissima conferenza ieri sera in Auditorium: il gioco del calcio secondo Arrigo Sacchi

 

 

E' stata una bella serata di calcio-parlato, quella di ieri in Auditorium. Per quasi due ore, Arrigo Sacchi è riuscito a tenere alta l'attenzione del pubblico, numerosissimo, che affollava la sala. Introdotto dal sindaco e incalzato dalle domande dell'assessore Scalambra, il pelato di Romagna ha raccontato la sua storia di allenatore e la sua idea del gioco del calcio. L'ha fatto con la stessa passione, coinvolgente e contagiosa anche per i non addetti ai lavori, che sapeva trasmettere alle sue squadre quando allenava. Sia che si trattasse del modesto Fusignano, del Bellaria (avversario del Molinella nel '77 in Serie D, come ha ricordato lui stesso), del Milan olandese o del Real Madrid. Nella sua visione del calcio, ha ribadito più volte, il gioco viene prima del giocatore, la squadra migliora il singolo. Vincere giocando bene è una conseguenza diretta dell'organizzazione. Queste le idee che il profeta di Fusignano, l'uomo venuto dal Niente, il signor Nessuno ha saputo imporre ad un ambiente refrattario come quello del calcio, che all'inizio l'aveva accolto con diffidenza e qualche sorrisino di circostanza. Passione, impegno, sacrificio, ambizione, motivazione, soddisfazione e divertimento sono i 7 fondamenti del suo credo calcistico, ma la passione che rende possibile qualsiasi risultato conta più di ogni altra cosa. Ha ammesso che quella passione “totalizzante” (e qui sta il significato del suo calcio totale) ha bruciato in pochi anni tutte le sue energie. Quando si è accorto di non poter più essere in grado di sacrificare al calcio ogni momento della sua vita, che lo stress lo stava uccidendo e che, insomma, non si divertiva più nel fare il suo mestiere di allenatore, allora ha deciso di smettere. E al cavalier Callisto Tanzi, presidente del Parma, che lo invitava a pensarci bene, prima di rinunciare ad un contratto milionario, Sacchi rispose tranquillamente che non ambiva ad essere il più ricco del ... cimitero. Mai banale, anche quando il racconto del Grande Calcio è scivolato nell'aneddotica, Sacchi ha regalato al pubblico alcune perle d'ironia. L'Avvocato Agnelli si rivolse una volta a lui e Berlusconi, dicendo: sapevo che il Milan era forte, ma speravo che voi due lo rovinaste. A Berlusconi, che alla vigilia di una partita importante predicava l'astinenza ai suoi giocatori, Gullit (che non faceva mistero della sua intensa attività sessuale) rispose così: presidente, io con le palle piene non gioco bene. Van Basten, che spesso l'aveva criticato per i suoi metodi, a fine carriera dovette ammettere che, rispetto agli altri allenatori, Sacchi era dieci anni avanti. Facciamo venti, lo corresse il mister. In coda, ha trovato spazio anche un breve spot del Festival della Cultura Sportiva, che si terrà a Molinella tra agosto e settembre del prossimo anno, e Sacchi non ha mancato di sottolineare l'importanza di simili iniziative, perché la cultura è alla base di ogni cosa, anche nello sport. Peccato che la serata sia arrivata in fretta alla fine e che non ci sia stato molto tempo per le domande del pubblico. Il dibattito che non si è aperto in sala si spera possa continuare sui social e sui blog d'argomento calcistico. Ieri ne abbiamo suggerito qualcuno anche noi, pro e contro Sacchi. 

Ma per comprendere la vera portata rivoluzionaria del sacchismo, consigliamo a tutti la lettura del libro Storia delle idee del calcio, di Mario Sconcerti. Se è vero, come ha ricordato più volte l'ospite di stasera, che il calcio è la fotografia del Paese, il gioco all'italiana degli anni 60-70, tutto improntato al catenaccio e al contropiede, era l'immagine esatta di quell'Italietta uscita da poco dalla guerra, un Italia povera di mezzi e prospettive, che viveva di espedienti e, dovendo fare di necessità virtù, cercava di trarre il massimo risultato col minimo sforzo. La Grande Inter del Mago HH fu in un certo senso l'espressione calcistica più alta del cosiddetto Miracolo Italiano. Sacchi, da solo contro tutti, ha demolito questa mentalità, portando sui nostri campi, con qualche anno di ritardo, il calcio olandese, cioè la rivoluzione al potere, il compimento calcistico delle idee sessantottine. Come il '68 aveva messo in discussione tutti i ruoli sociali e ribaltato le gerarchie, così pure il calcio non poteva più ammettere ruoli fissi. Il terzino doveva sapere fare l'ala e viceversa, il centravanti diventare il primo cacciatore di palloni, il portiere trasformarsi all'occasione in libero. Questa è stata la rivoluzione culturale di Sacchi, realizzata con i mezzi e il fervore quasi mistico di cui si diceva prima. Dopo sono venuti gli emuli e gli adulatori, tanti, troppi sacerdoti del sacchismo assoluto, secondo i quali si poteva giocare solo in quel modo, quando invece il Maestro aveva sempre sostenuto (l'ha detto anche ieri sera) che il calcio è in continua evoluzione. Confermando, in ultima analisi, che i peggiori nemici di Sacchi sono stati proprio i sacchiani. (a.m.) 

 

 

 

Link foto della serata
https://drive.google.com/open?id=0BzWX8c36XioFMWZvVzQ5cUI5Y0E

 

 

1 Dicembre

 

Pro e contro Sacchi: opinioni a confronto. Contributo alla discussione. Auditorium, ore 21

 

 

 

MARIO SCONCERTI, STORIA DELLE IDEE DEL CALCIO / IL CALCIO DI SACCHI

http://storiedicalcio.altervista.org/blog/sconcerti_storia-delle-idee-del-calcio.html

 

IL MITO DI SACCHI RACCONTATO AI RAGAZZI

http://www.calciomercato.com/news/il-mito-di-sacchi-raccontato-ai-ragazzi-non-guardatelo-oggi-e-un-306303

 

COSI' VI SMONTO PUNTO PER PUNTO IL MITO DI SACCHI

http://www.ilnapolista.it/2013/09/cosi-vi-smonto-punto-per-punto-il-mito-di-sacchi/

 

 

28 Novembre 

  

 

 

Giovedì 1 dicembre, Arrigo Sacchi presenterà in Auditorium (ore 21) il suo ultimo libro: Calcio Totale. L'ex CT della Nazionale italiana vice Campione del mondo nel 1994, vincitore di uno scudetto (1987-88), di due Champion League (1989 e 1990) e di altrettante Coppe Intercontinentali alla guida del Milan “olandese”, considerato da molti esperti uno degli 11 migliori allenatori del mondo, addirittura “il miglior italiano del dopoguerra” secondo France Football, sarà intervistato dall'assessore allo sport Andrea Scalambra. Nel dibattito interverrà anche il sindaco, Dario Mantovani, noto tifoso interista ancorché grande estimatore di Sacchi. Nel corso della serata, sarà presentato in anteprima il progetto “Sportivamente. Festival della Cultura Sportiva”, in programma a Molinella dal 31 agosto al 3 settembre 2017.

 

 

Molinella e Sacchi: una rincorsa durata 40 anni

 

Arrigo Sacchi ricorda vagamente una sonora sconfitta subita sul campo del Molinella dal suo Fusignano, tra la fine degli anni 60 e i primi anni 70, quando lui, l'Arrigo, era ancora nel pieno di una carriera di calciatore, che si concluse solo nel 1977 al Bellaria, senza peraltro lasciare tracce significative tra i dilettanti della nostra regione.

 

  

Depliant V Torneo Sacchi; a destra: la squadra Allievi del Molinella, allenata da Renzo Ansaloni, con Franco Vaccari in veste di 2°

 

Il nome di Sacchi riecheggiò per la prima volta dalle nostre parti nel giugno del 1974, quando Molinella fu scelta come sede di due gironi di qualificazione del 5° Trofeo Gilberto Sacchi per Allievi, organizzato dalla Società Calcio Savarna, con il patrocinio di Stadio, in memoria del fratello di Arrigo, scomparso giovanissimo in un incidente stradale. Nel Comitato d'Onore del torneo, oltre al “Cav. Augusto Sacchi”, presidente e padre di entrambi i fratelli, figura anche lui, il “Rag. Arrigo Sacchi” , la cui fama non aveva ancora varcato i confini della Romagna. Juventus e Bologna erano le teste di serie dei due gironi, che comprendevano anche Reggiana, Imola, Modena e Molinella. La 5^ edizione del Trofeo Sacchi fu il trampolino di lancio per alcuni ragazzi delle classi 1957-58, che poi si affermarono sui campi di Serie A: Marocchino e Verza (Juventus), Fiorini, Garuti e Lucido (Bologna). Nelle file del Molinella (guidato da Renzo Ansaloni, con Franco Vaccari in veste di 2°), si mise in luce Carlo Landi, che in settembre avrebbe poi esordito in prima squadra, con Gustavo Fiorini allenatore.

 

 

Gaudenzi con Sacchi

 

Nel 1992, quando ormai “l'ex profeta di Fusignano” aveva scalato le vette del calcio italiano e mondiale, arrivò a Molinella, proveniente dalla Berretti del Rimini (società per la quale aveva lavorato 10 anni prima anche il CT della Nazionale), l'allenatore Lazzaro Lino Gaudenzi, che aveva fama di essere "un sacchiano di ferro". Amico personale di Sacchi, come quasi tutti a quel tempo in Romagna, Gaudenzi si sforzò di tradurre in pratica il Verbo Calcistico del Maestro, dando alla squadra schemi efficaci ed intensità di gioco, nonostante la pochezza tecnica dell'undici rossoblu, che alla fine ottenne comunque una meritata salvezza in Eccellenza.

 

Il Caffè, ottobre 1994

 

Il 30 ottobre 1994, il Caffé uscì col titolo “Sacchi a Molinella?”, dando quasi per certo, grazie ai buoni uffici di Gaudenzi e dell'Associazione Italiana Allenatori Calcio, la presenza del CT della Nazionale al Teatrino Parrocchiale, in occasione della seconda edizione del Premio Il Caffè già programmata per il febbraio successivo. La Serata degli Oscar (antenata dell'attuale Galà dello Sport Molinellese) saltò all'ultimo momento per problemi, diciamo così, di carattere politico-elettorale, per tornare in pista con continuità solo nel 1997, quando però la possibilità di avere come ospite d'onore Arrigo Sacchi era ormai sfumata del tutto. Giovedì prossimo, vent'anni dopo quel mancato arrivo, gli sportivi di Molinella avranno finalmente la possibilità di vedere e sentire da vicino l'Arrigo Nazionale.

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