Lo sport italiano piange Ezio Pascutti. 


Qui un ricordo del Campione e un video con i suoi gol più belli.

 

 

(5 gennaio)

E' morto ieri Ezio Pascutti, l'indimenticabile ala sinistra del Bologna Campione d'Italia 1963-64. In giugno avrebbe compiuto 80 anni.

Dopo il dottor Bernardini, dopo Furlanis e Tumburus, Bulgarelli, Nielsen e Haller, se ne è andato un altro eroe dell'ultimo scudetto.

Con 130 gol in 296 partite di Serie A, Pascutti è il 3° marcatore rossoblu di tutti i tempi, preceduto solo da Schiavio e Reguzzoni. 17 le sue presenze in Nazionale, 8 le reti in maglia azzurra, con la quale ha partecipato a due Campionati del Mondo, nel 1962 e nel 1966.

Friulano d'origine, Pascutti è stato uno dei giocatori che Bologna ha amato di più. Qui un ricordo del campione, dal libro di Andrea Martelli...

 

E' finito quel tempo che fu, Nielsen Haller Pascutti e poi più

(Averlo Saputo che finiva così; La Compagnia del Caffè, 2014)

 

(…) Dicono sia il destino degli eroi, quello di restare sempre giovani e belli nel ricordo dei tifosi. Ezio Pascutti, invece, con quella pelata insolente, era sempre sembrato vecchio anche da giovane. Ma come lui - diceva mio padre - non c’è stato più nessuno!

In fondo, Puricelli, Nielsen e Savoldi (forse ànch Pivatèll) erano stati tutti, chi più chi meno, una copia riveduta e corretta del grande Angiolino Schiavio. Fedullo e Sansone, mitica coppia di mezzeali dello squadrone che faceva tremare il mondo, erano rinati in Bulgarelli e Haller, l’anno dell’ultimo scudetto. Janich stesso, non per classe (che Andreolo - lo sappiamo - l’éra tot un ètar quèl), ma per quel suo giganteggiare in mezzo all’area, avrebbe potuto anche reggere il confronto con lo statuario Michéolo. Era bastato talvolta un rapido frullar di gambe alla Garcia, un guizzo di Perani sulla fascia, per far gridare al nuovo Biavati, al campiòn dal mònd, quello del famoso passo doppio. Ma Ezio Pascutti non aveva eguali.

 

Per numero di gol, l’avresti potuto forse paragonare a Reguzzoni, diceva mio padre, ma l’atletico bustocco, secondo solo a Schiavio tra i marcatori rossoblù di tutti i tempi, aveva indubbiamente più classe di Ezio. Questo bisogna riconoscerlo. Aveva tiro, Reguzzoni, sapeva calciare anche le punizioni dalla lunga distanza. E poi era un pezzo di pane, in confronto all’irascibile Pascutti che, per quel suo caratterino così facilmente infiammabile, ricordava piuttosto l’oriundo iracondo Francisco Fedullo. Pascutti era un fascio di nervi scoperti, aveva l’elettricità addosso. Appena lo toccavi, saltava come una molla (Ti ricordi a Mosca, nel 62, con la Nazionale?). I suoi gol li faceva tutti da qui a lì, di rapina. Aveva come un sesto senso.

 

Hai presente Pippo Inzaghi? - diceva ancora mio padre, e dio solo sa quanto gli costasse sconfinare nel campo degli avversari, per trovare l’esempio più calzante di un tipo alla Pascutti. Tant’é che subito si correggeva, facendo opportunamente anche il nome di Beppe Signori, quello prima maniera, almeno. Così gli sembrava di tornare a giocare in casa.

 

C’era una frase che mio padre diceva sempre, quando vedeva la palla danzare sulla riga di porta e lì non c’era nessuno dei nostri, pronto a metterla dentro. Ad ogni occasione perduta, questo era il suo ritornello:

A i sré vlò Pascutti...ci sarebbe voluto Pascutti.

Lui sì che sapeva sempre farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Pascutti pensava più veloce del pallone. Certi duetti di prima con Haller non si possono dimenticare...

 

Haller e Pascutti, gli ultimi versi di un’altra poesia.

Titolo: Così si gioca solo in paradiso!

Autore: il dottor Pedata.

Testo: Negri; Furlanis, Pavinato; Tumburus, Janich, Fogli; Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller e Pascutti.

Senti mo' qui che musica! - diceva mio padre – La squèdra dl'ultum scudètt...

E subito dopo aggiungeva:

Ma è finito quel tempo che fu, Nielsen Haller Pascutti e poi più.

 

VIDEO: Ciao, Ezio...

https://www.facebook.com/bfc1909official/videos/vb.249463021839185/1197595863692558/?type=2&theater

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

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