L'amarcord dei fratelli Duran: ritorno alla Torretta, dove cominciò la loro storia 37 anni fa

 

   

Il ring della Torretta; a destra: i fratelli Duran in un’immagine di repertorio

 

Articolo di Maurizio Roveri

 

https://news.boxeringweb.net

 

(Molinella, 12 marzo) Una serata gonfia di di forti emozioni, per Alessandro e Massimiliano Duran. Sono tornati a Molinella (da maestri, all’angolo di Mattia Musacchi), laddove tutto ebbe inizio. La loro storia partì da lì. Dallo stesso posto, la sala “La Torretta” di questo Comune della Bassa pianura bolognese, ai confini con il ferrarese. In quel teatro il 7 marzo 1980 i figli di Carlo Duran misero piede per la primissima volta su ring. Alessandro aveva 15 anni, Massimiliano 16. “C’era un’atmosfera particolare”, ricorda Alessandro. Papà Carlo era il più agitato. Irrequieto, ansioso, nervoso, preoccupato, smanioso, tormentato, impaziente, eccitato. Sensazioni intense, anche contraddittorie, che sono normali per un genitore che vede i propri figlioli salire fra le sedici corde e andare a combattere. Ma in un personaggio come Carlo Duran - sangue “caliente”, carattere elettrico, vita da vivere con forti passioni - quelle sensazioni raggiunsero vertici esagerati. Controllava ogni cosa, guardava di qua e di là, soprattutto non staccava un attimo gli occhi dai suoi figli. Occhi pieni di orgoglio, di tenerezza, e anche di apprensione. Camminava avanti e indietro. Poi, il rito “religioso” dei bendaggi delle mani. Farli bene è fondamentale. E le ultime raccomandazioni, le ultime istruzioni. Quella sera di trentasette anni fa, alla sala la Torretta di Molinella, c’erano le telecamere della RAI, c’erano tanti giornalisti, molti addetti ai lavori. Tutto per il debutto di due ragazzotti. Solo che… quei due ragazzotti si chiamavano Duran. E la boxe l’avevano nel sangue.

Partì da Molinella un romanzo - di vita e di pugilato - assolutamente straordinario. Quei due ragazzi, i figlioli del mitico Carlo Duran e di Augusta Becchetti, sono andati lontano. Tanto lontano. Fino a salire sul tetto del mondo.

 

E ieri sera Alessandro e Massimiliano, esperti e validissimi insegnanti di pugilato della Pugilistica Padana Vigor Ferrara, erano entrambi all’angolo di un loro allievo, Mattia Musacchi. Impegnato in un appassionante derby emiliano con Hakim Chebakia, bel prodotto della Pugilistica Tranvieri Bologna. 

Seduta nella prima fila della graziosa sala-teatro dove Dante Lazzari e la Polisportiva Boxe Molinella hanno organizzato questa riunione “mista” di ottimo livello, c’era la signora Augusta. Lì, dove i suoi figli (accompagnati fino alla scaletta del ring da papà Carlo) debuttarono nel pugilato.

Serata doppiamente gonfia di emozioni. Perchè Alessandro e Massimiliano hanno palpitato, scalpitato, tremato, vibrato. Per il loro Mattia, e per una sfida difficile. Difficile per il loro ragazzo, difficile per il valoroso Hakim Chebakia che era al debutto da neo-pro ed ha accettato di esordire con Musacchi. Nella sala, piena di pubblico, tutto il pathos di un match intensissimo e bellissimo che si è sviluppato sul filo del più esasperato equilibrio. Poi… l’attesa del verdetto. trattenendo il fiato in gola.

Due round - a mio parere - ha vinto Chebakia, il primo e il terzo. Due round ha vinto Musacchi, il secondo e il quarto. Si pensava ad un verdetto di parità. Antonio Giubelli, arbitro esperto, arbitro nazionale, ha preferito Mattia Musacchi. Vedendo un lievissimo vantaggio per il ferrarese. Un punticino.

Felice, ovviamente, Alessandro Duran. Che è il maestro di Mattia. Lo allena dal 2007, quando Musacchi aveva - sì e no - sedici anni. Gli ha insegnato l’arte della difesa. L’arte della schivata, l’arte dei rapidi ed eleganti spostamenti laterali e all’indietro.

Alessandro Duran esalta la sfida e le prestazioni di Mattia e di Hakim. “E’ stato un combattimento favoloso. Per la apprezzabilissima boxe espressa, per i ritmi alti, la forte determinazione, per come i due pugili hanno lavorato al corpo e al volto, doppiando i colpi e alternandoli. Musacchi e Chebakia hanno regalato al pubblico di Molinella 4 riprese spettacolari: ritmo, intensità, espressione tecnica, orgoglio, volontà, resistenza. E’ raro, veramente raro, vedere in Italia un match di 4 round con questo livello tecnico. E con questo appassionante equilibrio, sul filo del rasoio. Considero grande la prestazione di Hakim Chebakia, tenendo conto che era al debutto da pugile neo-pro. Mattia Musacchi ha vinto perchè ha messo a segno i colpi più precisi”.

Vero, Alessandro. Musacchi ha portato i colpi più precisi. Ma quelli di Chebakia (almeno una parte) sono stati più consistenti.

E’ stato un match talmente equilibrato che lo si può interpretare in tante maniere. Qualunque verdetto avrebbe fatto discutere”.

Non ha vinto il migliore, ha perso il migliore”. E’ il commento di Gabriele Sarti, il maestro della Boxe Mugello (che a Molinella era all’angolo di un suo ragazzo, il nigeriano Phillips Ike). Frase dall’immagine un po’ enigmatica. Proviamo a interpretarla.

In che senso, Gabriele,”Non ha vinto il migliore, ha perso il migliore”?

Nel senso che io considero Hakim Chebakia migliore di Mattia Musacchi. Ha più pugno, ha un fisico più atletico. Ma ha perso, perchè ha fatto il pugilato che ha favorito Musacchi. Il pugile della Tranvieri non doveva inseguire Musacchi, finendo poi per rimanere nella trappola della abile difesa del ferrarese, il quale è bravo nel llavorare sulle corde, nello schivare, nell’attutire i colpi, nel mandarti a vuoto. Credo che Chebakia, più alto, braccia più lunghe e mani pesantine, avrebbe dovuto aspettare Musacchi, farlo venire avanti e fermarlo allungando quegli incisivi diretti destri che Chebakia possiede e dei quali avrebbe potuto fare maggior uso”.

Non è mancata la polemica. Il consigliere federale Sergio Rosa, che è anche (da una vita) Maestro della Pugilistica Tranvieri Bologna (assieme a Sergio Di Tullio) si è lamentato - alla presenza del presidente del comitato regionale Pierluigi Poppi, e dell’arbitro Giubelli. Pur rispettando il valore e l’esperienza di questo arbitro, Sergio Rosa ha osservato che Giubelli  vive a Ferrara e che pertanto non sarebbe stato il più indicato per il ruolo di “arbitro e giudice unico” di questo derby bolognese-ferrarese.

Un po’ di pepe ci vuole. Lasciamo che le discussioni sul verdetto di Molinella continuino per giorni. Renderanno più attesa ed eccitante la seconda sfida, già programmata per il 25 marzo a Ferrara in occasione del “Memorial Carlo Duran”.

C’è un problema, però. Hakim Chebakia è uscito dal ring con la mano sinistra dolorante e gonfia. Messo immediatamente il ghiaccio. Ad inizio settimana controlli e verifiche. E si capirà se Hakim potrà combattere il 25 a Ferrara oppure se dovrà rinunciare alla rivincita.

 

Nel buon contorno dilettantistico della bella riunione di Molinella ho ammirato il talento naturale di Hamza Chajid, 19 anni, un 56 chili della Tranvieri, con 9 vittorie in 13 match. Notevole mobilità, spostamenti fluidi, braccia lunghe e rapide. Fisico, istinto e pugno. Ha vinto per RSC (l’equivalente del KOT per i professionisti) già al primo round. Con un magistrale destro d’incontro che ha atterrato l’avversario, Kevin Guatelli, il quale si è rialzato faticosamente ma stordito e l’arbitro Giannerini ha deciso giustamente per lo stop.

Molto bene Marco Balducci, pugile abruzzese, della Pugilistica Giuliese, ma studente universitario a Bologna e in allenamento nella palestra della Tranvieri. Ha vinto una durissima battaglia contro Dionis Hoznas, della Bononia Boxe del maestro Paccapelo. Anche Hoznas, uno che non molla mai e che è decisamente pericoloso con il gancio destro, si è fatto apprezzare. Balducci mi è parso pugile più completo.

Due vittorie per la Pugilistica di casa, la Polisportiva Molinella. ottenute con Talisa Badiali e Anatoli Rozenko.

(...)

 



 

   

 

 

PROSSIMI APPUNTAMENTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

tutto lo sport

Notizie del giorno


ANIMALI DAL MONDO / 97

Bobi ha messo le ali. E’ morto in Portogallo il cane più vecchio del mondo

                      [Apri]

                [Precedenti]