Omaggio al dottor Calori.

Il sindaco che cambiò le regole del gioco tra cittadini e pubblica amministrazione

 

 

 

13 Aprile

Mi dia del tu, dottore ... Il ricordo di Sandro Bertocchi

 

Oggi alle 15.30 l’ultimo saluto al Sindaco

che, vent’anni fa, ha scritto una pagina nuova

nella storia del nostro paese,

inaugurando un rapporto diverso tra

il cittadino e la pubblica amministrazione.

Il Caffè, di cui il dottor Calori era socio-fondatore,

in questi giorni ne ha rievocato la figura.

L’ha fatto nello stile che gli è proprio,

con l’ironia e la leggerezza che piaceva al dottore.

Qui, lo ricorda per l’ultima volta

Sandro Bertocchi 

 

 

 

 

 

Mi dia del tu, dottore, per favore, non mi metta in imbarazzo! L’ho implorato per decenni ma non c’è mai stato niente da fare. Alle mie reiterate richieste mi ha sempre risposto col Lei, seppure accompagnato da un sorriso che mi comunicava “simpatico interesse”. Succedeva in particolare quando mi si avvicinava, onnipresente, dopo la lettura di una mia zirudella agli Amici dell’Arte o alla presentazione di un mio scritto dialettale in biblioteca. “Sa che mi ha fatto divertire col suo umorismo inglese?”. Il tratto elegante e il garbo “sabaudo” con cui mi rivolgeva il complimento, lui, lo Storico per antonomasia che ha scritto in pietre miliari la storia di Molinella, parevano voler dare alle mie scanzonate storielle la stessa dignità, essendo la sua sensibilità e il suo modo di porsi quelli di un signore di altri tempi. (sb)

In alto: fotomontaggio (il caffè, 1996)

 

 

12 Aprile

Un ricordo dal sapore di caffè

 

 

Continua anche oggi il ricordo dell’ex sindaco Calori, scomparso nella notte di lunedì. Qui vi riproponiamo la prima pagina del caffè uscito in edizione straordinaria nel tardo pomeriggio di lunedì 24 aprile 1995, pochi dopo la proclamazione dei risultati. Una pagina storica, ironica e divertente. Una satira bonaria della politica, che il dottore conservava tra i suoi ricordi più cari.

 

Bollettino della vittoria

Da Molinella, ex Città del Capo, oggi, 24 aprile, giorno della Liberazione. Se leggerete queste note, vuol dire che la fine del mondo, annunciata con infallibile certezza dalla propaganda del Regime, non ci sarà stata. 
Quanto è accaduto tra domenica e oggi pomeriggio ha davvero dell’incredibile. Scriviamo, qui dal mitico 164 di via Mazzini, nell’assordante concerto delle telescriventi che rilanciano la notizia in tutto il mondo: Calori ha vinto, Martoni è caduto. Dopo cinquant'anni, i suoi tifosi gli hanno voltato le spalle proprio sul traguardo. Buon terzo Cavacini, rientrato precipitosamente da Roma, spedito per fax da Buttiglione (la famosa rivoluzione 
faxista). 
Si è combattuto accanitamente seggio per seggio, fino a qualche ora fa. Lo scontro è divampato particolarmente cruento nei pressi della Casa di Riposo, tradizionale roccaforte del tifo martoniano. Quando la vittoria di Calori ha cominciato a profilarsi in tutta la sua evidenza, la gente si è riversata festante nelle strade come al gol 
mundial di Tardelli, con trombette, lingue di Menelick e bandiere di Casa Savoia in omaggio alle presunte “nostalgie” del Dottore. Le campane di tutte le chiese hanno suonato a distesa. Dalla nostra finestra a piano terra, vediamo ancora caroselli d’auto strombazzanti che si dirigono verso il Municipio (quell’aula sorda e grigia che Calori potrebbe trasformare in un bivacco per i suoi manipoli) dove sono segnalati gli ultimi focolai di resistenza. Calori è atteso da un momento all’altro qui in sala-stampa per un primo commento a caldo e per una dichiarazione distensiva. 
La situazione è comunque sotto controllo. Radio Torretta occupata continua a trasmettere inni patriotici e canti delle mondine. Ronde di sportivi in armi presidiano il campo della 
Frigette, dove già da questa mattina avrebbero dovuto entrare in azione le ruspe dei comunisti, tradizionali nemici dello sport. Ha trovato intanto conferma la notizia che gli insorti si erano voluti riservare un’estrema possibilità di fuga: l’aereo charter che per tutto il pomeriggio di ieri aveva stazionato sulla pista dell’aeroporto di via Redenta, con i motori accesi e pronto a far rotta per Hammamet, si è alzato improvvisamente in volo poco fa, carico di tutti gli ugolini del luogo, in un rincorrersi di fasci luminosi sparati verso il cielo come nel finale del film Casablanca. Il Campione sconfitto avrebbe chiesto asilo politico nelle Alte Sfere. Corre anche voce, che nel corso di una burrascosa riunione notturna, il leggendari capo partigiano Bonvesin della Riva (noto in codice con la sigla B.d.R.) sarebbe stato nominato direttore del Domani. E’ già pronto l’articolo di fondo che vogliamo anticiparvi nel suo contenuto essenziale: “Non ci sarà un DOMANI, nonostante questo giornale. Ci chiameremo OGGI che è il contrario di IERI”
Insomma avrete capito, cari lettori, che siamo stati testimoni di un evento storico che i più anziani mai avrebbero creduto di poter vivere. Qui c’è gente che nel frattempo ha conosciuto cinque Papi, sette Presidenti della Repubblica, un’infinità di governi Andreotti, ma solo un Sindaco. I padri nobili del 
Ribaltone tornano a riveder le stelle dopo una vita clandestina di inenarrabili stenti. A Sergio Mazzoni pare che gli si sia rotto il setto nasale, per la tremenda tensione sociale accumulata negli ultimi giorni di corsa. La commozione del momento prende tutti alla gola. Quando Calori ha tagliato vittorioso il traguardo, abbiamo visto con i nostri occhi Gino Ferraresi e Walter Tinarelli piangere l’uno sulla spalla dell’altro e giurarsi che, appena uno diventerà calvo, l’alto porterà il toupet. 
La Madre di tutte le Battaglie è conclusa. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza!

Firmato: DIAZ

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12 aprile 2017 - Oggi alle 18 verrà aperta in Municipio la Camera Ardente, che riaprirà anche domattina dalle 8 alle 12. Domani, nel giorno dei funerali, previsti alle 15.30 nella Chiesa Parrocchiale di San Matteo, l’Amministrazione Comunale ha proclamato il lutto cittadino. 

 

 

11 Aprile

E venne il giorno del Ribaltone. Cronaca di quel giorno d'aprile

 

 

E’ morto ieri il dottor Tullio Calori, medico stimato in paese e sindaco di Molinella dal 1995 al 1999. In attesa dei funerali già fissati per giovedì pomeriggio alle 15.30, lo ricorderemo in questi giorni “alla maniera del caffè”, di cui il dottore è stato in qualche modo anche l’editore insieme agli altri amici della Compagnia del Caffè.

 

(1995) Il 24 aprile è il giorno del Ribaltone. I seggi si sono chiusi alle 22 di ieri sera. Per quasi tutta la mattinata di oggi gli scrutatori sono stati impegnati nelle operazioni di spoglio delle Regionali e delle Provinciali, ma il risultato che tutti aspettano con ansia è quello delle Comunali. Dopo tre o quattro seggi scrutinati, Calori è in vantaggio. Martoni, che di esperienza ne ha da vendere, capisce a quel punto di aver già perso la partita. E mentre lo spoglio delle schede è ancora in corso, il primo a complimentarsi per telefono con il nuovo Sindaco di Molinella è proprio il grande sconfitto di queste elezioni. “Un gesto signorile e molto apprezzato”, che fa dimenticare per un attimo tutto ciò che i due contendenti si sono detti in campagna elettorale e che anticipa di qualche ora la proclamazione ufficiale. I risultati definitivi saranno infatti resi noti verso le cinque del pomeriggio: “Calori Tullio, lista ‘Molinella che cambia’, voti 4.801 (49,52%); Martoni Anselmo, lista ‘Insieme per Molinella’, voti 3.741(38,59%); Cavacini Gabriele, lista ‘Il Nuovo per Molinella’, voti 1.153(11,89%)”. Uscendo in compagnia della moglie dalla sede di Molinella che cambia, dov’è rimasto per quasi tutto il pomeriggio in attesa degli ultimi risultati, il dottor Calori ha trovato “un gruppetto di persone che davanti a Ponti l’hanno applaudito con simpatia”. Per lui, il difficile comincia adesso.

 

Il sindaco Calori, con Carlo Bertocchi e Lino Gurioli, alle Olimpidi del Reno (Codifiume, 1995)

 

 

Dunque, “la farsesca lista civica Arlecchino”, quell’ammucchiata di gente senza arte né parte, quella specie di armata Brancaleone, che pareva destinata soltanto alla sconfitta, ce l’ha fatta. Come sia riuscito, “l’ingenuo Calori”, nell’impresa di tenere insieme i pezzi di “una squadra così sbrindellata” e, soprattutto, come abbia fatto a vincere, sovvertendo ogni pronostico e le più fosche previsioni, è cosa che affascina e inquieta al tempo stesso. Ci si chiede già quanto potrà durare, se un giorno, un mese o un anno, non di più. “Ma chi gliel’ha fatto fare, ad uno stimato medico come lui, ormai alle soglie della pensione, di buttarsi in politica?”, dove, ben che vada, il suo camice bianco andrà fatalmente sporcato e dovrà poi passare dalla lavanderia. “La spinta - risponde Calori - me l’ha data la voglia di cambiare, il dovere di distinguermi da quell’esercito di ‘armiamoci e partite’ con cui ho avuto a che fare in questi mesi. La spinta me l’ha data soprattutto Martoni, quando mi attaccò in piazza, dandomi dell’incompetente e del carbonaro”.

Le prime riunioni carbonare erano cominciate in casa del dottore nell’inverno di tre anni prima, quando teneva banco il nome del professor Mauro Vecchiettini, che aveva appena rotto con il gruppo socialdemocratico, guadagnando in quel momento grande popolarità. Per molti, il candidato ideale era lui. Ma, come succede spesso, “chi entra in conclave già Papa, ne esce Cardinale” e chi esce allo scoperto troppo presto, viene più facilmente impallinato.

 

Il sindaco Calori premia Bertocchi (Olimpiadi del Reno 1995)

 

 

Nel corso di una turbolenta riunione notturna in casa di Calori, il professore bruciò in un colpo solo tutti gli assi che aveva in mano. Quella notte di dicembre del ’94 i carbonari fecero le ore piccole, per tentare di ricomporre la questione. “In ballo c’era il ruolo che avrebbero dovuto tenere i partiti, all’interno dell’alleanza”. Si litigò quasi fino a mattina, senza venire a capo di nulla. Alla fine, ognuno per la sua strada e amici come prima. Fu allora che cominciò a circolare timidamente il nome del dottore, che però non ne voleva sapere e impiegò quasi tre mesi per dir di sì, sciogliendo le ultime riserve soltanto alla vigilia della presentazione ufficiale del candidato e della lista, che avvenne (secondo le nuove liturgie introdotte dalla riforma elettorale del 1993) la sera del 13 marzo scorso, davanti ad una folla di simpatizzanti e di curiosi, convocati presso l’ex autorimessa comunale di via Valeriani. Fino a quel momento, Calori era stato soltanto l’ospitale padrone di casa e il primo assistente del Professore, se non addirittura “il suo fedele gregario”, volendo usare una terminologia più consona alle gare ciclistiche che alle competizioni elettorali. E fu proprio la bicicletta, ritagliata su misura per lui dal caffè, il cavallo di battaglia del dottor Calori. L’immagine di quel corridore un po’ goffo, “col sorriso triste da italiano allegro e il naso che sembra una salita”, costretto da bizzarri fotomontaggi ad indossare una maglietta con la scritta Bianchi, come per giocare d’anticipo sul nome del principale sponsor politico dell’operazione e ridersi addosso prima che lo facessero altri, tutto questo ha avuto la sua importanza ai fini del risultato. La beata incoscienza con la quale il dottore è comparso in fotografia vestito da balilla, ha fatto sorridere molti: la didascalia “Non è comunista!” ha avuto l’effetto di tranquillizzare i più timorosi, esaltando nello stesso tempo la sua fama di indipendente.

 

Il dottor Calori con il pilota Zanardi e l’ing. Passerini ad una cena del Ferrari Club (1996)

 

Sembrava un confronto impari, all’inizio, una gara persa in partenza, quando si diceva: “Martoni, quello lì, se lo mangia”. Strada facendo, è risultata però un’idea vincente quella di contrapporre alla granitica struttura del Campionissimo “l’umanissima fragilità di quell’omarino in bicicletta”, divenuto improvvisamente l’idolo di tutti quelli che non avevano mai vinto niente. Perché sarà anche vero che Martoni ha perso soprattutto per i suoi errori, che per vincere ci volevano i voti e chi li aveva bisognava che li mettesse sul piatto (anche se poi ne sono arrivati più di quelli che ci si poteva aspettare), “ma una volta tanto – scrive il caffè - ci sia data facoltà di credere all’ineluttabile verità dell’antico monito: suscita l’ira degli dei e l’invidia degli uomini chi vince sempre”. A questo proposito, il caffè suggeriva il confronto con Eddy Merckx, che era bravissimo, il migliore di tutti: “Vinceva sempre, eppure non lo sopportava più nessuno” e tutti aspettavano soltanto di vederlo cadere. Come oggi è caduto Martoni, dopo quarantaquattro anni ininterrotti di regno. “Qui - scrive ancora il giornale, dando conto dello straordinario evento - c’è gente che ha conosciuto nel frattempo 5 Papi, 7 Presidenti della Repubblica, un’infinità di governi Andreotti, ma soltanto un Sindaco”. Sempre lui, l’inossidabile Martoni, rieletto dal 1951 per nove volte di fila. La prima elezione diretta del sindaco gli è stata fatale.

 

 

Conferenza sullo Sport (Molinella, 2001)

 

Egli lascia una moltitudine di vedove e di orfani, che si aggirano smarriti per le strade di un paese in festa. Ci sono bandiere al vento e “giornali che svolazzano...” (chi conosce Bartali di Paolo Conte, sa come prosegue il testo della canzone). Sono le mille copie del caffè, uscito a tempo di record con un’edizione straordinaria che andrà a ruba, diventando presto un numero da collezione. Alle 18 il giornale era già in edicola, mentre Martoni aveva appena ultimato lo sgombero dei locali del Municipio. Scene da fine di un impero: i fattorini che andavano avanti e indietro, caricando casse e scatoloni sul camion della Cooperativa.

 

Prima di andarsene, Martoni è passato a salutare e a ringraziare tutti i dipendenti. L’hanno visto scendere le scale, con in mano il modellino di una nave che gli aveva regalato Dino Magli, “come un naufrago che va elegantemente incontro al suo destino”. Ma sbaglia chi pensa che Martoni possa essere sopraffatto dall’avversità delle onde. Martoni non è medico come Calori, ma sa bene che la politica, per lui, è ancora la medicina migliore contro gli acciacchi dell’età, l’unica cosa che lo fa sentire vivo (...)

 

 

10 Aprile

La Comunità di Molinella piange la scomparsa del dottor Calori

 

E’ morto questa mattina, all’età di 90 anni, il dottor Tullio Calori, medico a Marmorta e sindaco del nostro Comune dal 1995 al 1999. Uomo di grande cultura, è stato il primo a raccontare la storia del paese nel libro “Molinella, cronaca e storia” (pubblicato da Tanari nel 1975), a cui ne seguirono molti altri. Sostenuto da un gruppo di amici, sfidò e sconfisse Martoni alle Amministrative del 1995. Da sindaco, avviò in molti settori il rinnovamento del paese. Profonda umanità, rigore morale e rispetto per tutti, amici e avversari, sono state le cifre della sua azione politica.

Mercoledì sarà allestita la camera ardente in Municipio-Sala Consigliare, che rimarrà aperta dalle 18  alle 22 e di nuovo giovedì mattina dalle 8 alle 12. I funerali si terranno giovedì pomeriggio, alle ore 15.30. Per la giornata sarà proclamato il lutto cittadino.

La Compagnia del Caffe, di cui il dottor Calori è stato uno dei soci fondatori, è vicina alla famiglia provata dal dolore e qui ricorda l’amico con un’immagine che ha segnato un’epoca.

 

 

 

 

 

   

 

 

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